Arriva in tarda serata la lettera del governo italiano in risposta ai rilievi di Bruxelles sul debito pubblico, dopo il giallo della bozza circolata nel pomeriggio e poi smentita dal Mef. Nel nuovo testo firmato dal ministro dell'Economia Giovanni Tria scompare il rifermento ai tagli al welfare nel 2020-2021 che erano contenuti nel documento poi smentito, che aveva suscitato le critiche del vicepremier Luigi Di Maio e provocato l'intervento del premier Conte.
Il passaggio è sfumato e indica in modo più generico che "il governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche tributarie". Resta invece la parte che annuncia il progetto di introduzione della flat tax, che però "sarà attuato nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo". La lettera di quattro pagine indirizzata al vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e al commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, è accompagnata da un documento di oltre 50 pagine in cui si esaminano i fattori rilevanti che influenzano l'andamento del debito pubblico in Italia. Il disavanzo 2019, sottolinea Tria nella missiva, "sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni" perchè da un lato "l'andamento dell'economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità".
Inoltre, "le entrate non tributarie sembrano superare le previsioni e l'utilizzo delle nuove politiche di welfare è finora inferiori alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019. Di conseguenza il disavanzo dovrebbe attestarsi significativamente al di sotto delle previsioni della commissione e le variazioni del saldo strutturale dovrebbe essere conforme al Patto di stabilità e crescita anche sulla base della stima di output gap della Commissione". Scrive ancora Tria: "Concordiamo circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato, per riportare il rapporto debito pil su un percorso chiaramente discendente". Nella lettera il ministro dell'Economia richiama "lo spirito di collaborazione che ha consentito di raggiungere l'accordo dello scorso dicembre" e sottolinea che per il 2018, "sebbene le condizioni macroeconomiche non abbiano consentito all'Italia di soddisfare gli sfidanti requisiti della Regola di riduzione del debito", il Governo "abbia seguito un approccio prudente e responsabile".
La lettera in risposta alla richiesta della Commissione Europea di illustrare i fattori rilevanti per spiegare le ragioni del mancato rispetto della regola del debito nel 2018 è stata ricevuta poco fa dagli uffici della Dg Ecfin, a Bruxelles. Ora la risposta verrà esaminata e servirà alla redazione del rapporto ex articolo 126.
3 sul debito pubblico italiano, salito nel 2018 al 132,2% del Pil. Mercoledì prossimo il collegio dei commissari approverà le raccomandazioni specifiche per Paese e dovrebbe pubblicare anche il rapporto ex articolo 126.3, primo stadio della procedura per debito- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.