Il triste coro degli illiberali

Il triste coro degli illiberali
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Non so quante ne sentiremo in questi giorni da questi residuati bellici da museo, comunque sia: Luciano Canfora (nella foto), storico comunista che ha minimizzato i crimini di Stalin (in altre parole un negazionista, come si direbbe di un nazista che neghi l'Olocausto), si pronuncia contro Silvio Berlusconi come Presidente della Repubblica, perché «sarebbe il paradosso più comico della storia parlamentare non soltanto europea». Cosa ci sia di paradossale lo sa solo Canfora, che però ancora deve contare i milioni di morti di Stalin (questo sì paradossale se fai lo storico), quindi lasciamolo alla calcolatrice.

Come secondo avversario pericolosissimo c'è il fotografo Oliviero Toscani, molto capitalista a giudicare dai suoi sponsor, a cominciare dai Benetton, che tuttavia dice: «Sono disgustato perfino a sentire una cosa simile. Ma stiamo scherzando? E non sono l'unico, è una cosa ridicola». Dunque abbiamo l'aggettivo comico dallo stalinista negazionista, e ridicolo, dal fotografo fan del Movimento 5 Stelle, fondato da un comico e diventato tragico-comico andando al governo.

E poi c'è Moni Ovadia, il musicista e attore che già che c'è dice: «manca coscienza civile nazionale negli italiani e Berlusconi ne sarebbe il perfetto rappresentante». Wow, che pensieri profondi, civili, peccato che dimostrino tutto il contrario, e vi dico perché. Ve lo dico da scrittore, ostracizzato dalla sinistra solo perché da anni scrivo sul Giornale: perché mi lascia libero di scrivere quello che voglio, cosa a cui loro non sono abituati. Perché, a differenza di quello che farebbero loro, fan dello stalinismo o di non si sa cosa, Berlusconi ha dato prova di essere più liberale di tutti.

Tra le tante prove, basti pensare alla Mondadori, ha pubblicato chiunque, da Saviano alla Littizzetto a Fabio Fazio, e quando Silvio ha comprato l'Einaudi tutto è rimasto com'era, ogni scrittore di sinistra è rimasto lì, da Nicola Lagioia a Francesco Piccolo (se vogliamo chiamarlo scrittore, comunque hanno vinto entrambi lo Strega, a differenza di Arbasino o Busi, quindi dubito) e Eugenio Scalfari è perfino nei Meridiani Mondadori, come fosse Manzoni, con i suoi articoli contro Berlusconi. Di Mediaset non ne parliamo, ogni politico di sinistra ha avuto gli stessi spazi di quelli di destra, anzi spesso maggiori, mentre guardate La 7 di Urbano Cairo per vedere cosa significa essere ideologizzati, non imparziali.

Insomma, i suddetti sinistri intellettuali ignorano una cosa fondamentale della modernità, o forse essendo intellettuali ammuffiti la avversano: il mercato, il liberalismo, il liberismo. Silvio è il simbolo di tutto questo, e per questo è stato perseguitato dalla magistratura.

Chi più di lui potrebbe fare il Presidente della Repubblica? Non certo dei censori come il fotografo grillino, il musicista, o lo storico stalinista. Per me, che in realtà ho sempre votato radicale, Silvio for president. Per la libertà.

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