È sparito da due settimane Francesco Boccia, l'ultimo samurai dell'alleanza giallorossa.
Enrico Letta lo ha mandato in Australia, dove con il deputato eletto all'estero Nicola Carè sta visitando una startup digitale. Non il primo pensiero in questo momento per il Pd, e per il responsabile degli enti locali della segreteria.
L'ultima intervista di Boccia risale al 9 luglio, in cui di fronte all'ultimatum del leader dei 5 stelle sui 9 punti, il deputato dem continuava a definire «Conte un alleato affidabile che ha posto dei temi seri». Addirittura per Boccia anche se i 5 Stelle non avessero votato la fiducia a Draghi, il governo sarebbe andato avanti lo stesso come pure l'alleanza giallorossa per le politiche.
E invece i dem costatato lo sfascio totale dei 5 Stelle incapaci persino di formare una lista, hanno deciso di chiudere le porte ai grillini per le elezioni (guardandosi bene dal farlo per eventuali future alleanze di governo). E mentre Boccia continuava ad accusare Renzi di aver portato la sconfitta il Pd nel 2018 per la scelta dell'autosufficienza, Letta ha deciso di compiere la stessa scelta.
Addirittura per cancellare e rinnegare il passato è intervenuto Graziano Delrio: «Se qualche tentazione tattica eccessiva sui 5 Stelle c'è stata con la nuova segreteria è stata abbandonata». Ma come può reggere questa affermazione alla presenza come delegato di Enrico Letta nei territori del delfino di Michele Emiliano (precursore dell'alleanza giallorossa), che fino all'ultimo, soprattutto alla luce della vittoria del campolargo alle amministrative, continuava a insistere sull'alleanza al solo grido «altrimenti arrivano le destre»? Per questo meglio farlo sparire per qualche settimana, spedendolo all'altro mondo, come facevano i comunisti con i viaggi puntivi in siberia per i dissidenti.
Boccia che poche settimane prima era stato nominato da Letta commissario del Pd in Puglia e Campania.
L'obiettivo era quello di mettere pace tra le correnti in due regioni dilaniate dallo strapotere debordante per linea politica, metodi, e profilo giudiziario, dei due governatori. Invece Boccia ne ha alimentato il peso, addirittura mettendosi accanto Emiliano nelle riunioni e sui palchi del Pd, nonostante Csm e Corte costituzionale abbiano vietato al governatore pm di partecipare assiduamente alla vita di partito.
Ma è al sud che il Pd può recuperare tutti i voti dei 5 Stelle. Per questo anziché rispondere all'appello rivoltogli dai militanti che da mesi gli chiedevano di limitare lo strapotere dei due governatori sceriffo, Letta ha deciso di candidare De Luca ed Emiliano capolista alle politiche.
A che serve allora
rompere l'alleanza con i 5 Stelle e spedire Boccia in Australia, se poi ti presenti con Emiliano capolista, che più di tutti rappresenta, alimenta e cavalca, da tap alle trivelle, da Ilva alla xylella, le istanze grilline?
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