Diceva sempre che quella sua capacità di leggere la mano l'aveva ereditata dalla nonna. «In punto di morte mi guardò - raccontò una volta mentre passeggiavamo per Riccione - e mi disse che da quel momento avrei saputo leggere nel cuore delle persone». Solange, il noto sensitivo e opinionista, vero nome Paolo Bucinelli, è stato trovato morto ieri nella sua casa di Mortaiolo, in provincia di Livorno. Aveva 68 anni, compiuti lo scorso 25 aprile e a portarselo via, probabilmente, un malore. Da tre giorni non rispondeva al telefono e allora Francesca, un'amica che gli aggiornava il profilo Instagram, è andata di fronte a casa sua e ha provato a chiamarlo, ma il telefono squillava a vuoto. Così ha chiesto l'intervento della polizia. I soccorritori sono entrati dal terrazzo, ma si sono subito resi conto che per lui non c'era più niente da fare. Lo hanno trovato adagiato sul divano di cucina, dove amava stare per guardare la tv.
Figlio di agricoltori originari di Collesalvetti, Solange aveva ottenuto il successo intorno agli anni Ottanta, dopo una partecipazione al Maurizio Costanzo Show. Nel tempo la sua notorietà era cresciuta grazie alla partecipazione a diversi programmi, tra cui l'edizione 2004 de La Fattoria, condotta da Daria Bignardi, Buona Domenica, Ciao Darwin. Scriveva per diversi settimanali, per cui faceva l'oroscopo. Da giovane aveva pubblicato anche un album di canzoni, tra cui «Sole Solange» e «Palline colorate» ed era apparso in diversi film, come il cinepanettone Matrimonio alle Bahamas, insieme all'amico Massimo Boldi. Di lui si ricorda anche lo scontro in tv con il mago Otelma a Domenica In, condotta da Mara Venier. Assiduo frequentatore di locali, lo si poteva trovare spesso nelle discoteche della Versilia, in particolare alla Capannina di Franceschi. Negli anni Solange ha letto le mani a molti personaggi famosi: da Silvio Berlusconi a Matteo Salvini, da Rita Levi Montalcini a Katherine Kelly Lang. In qualche modo ha sempre azzeccato nelle previsioni, perché prima che la mano sapeva leggere il cuore e la sensibilità delle persone.
Era un personaggio molto controverso, spesso ritenuto ambiguo, ma nel suo essere colorito e colorato Paolo aveva un animo grande e generoso. La vita gli ha riservato molti dolori, ma lui ha saputo trasformarli in positività e in quelle poesie improvvisate che amava raccontare agli amici, quei pochi, ma veri, che aveva, in particolare Vittorio, che da una vita chiamava ogni mattina lasciandogli un messaggio in segreteria. Una volta, mentre passeggiavamo insieme in piazza Attias, a Livorno, un gruppo di ragazzini lo prese in giro per i suoi capelli gialli e rossi. «Vedi, amica mia - mi disse - non è un problema mio, è loro. Non sanno riconoscere la bellezza del cuore dietro all'apparenza. Si può essere pagliacci nella vita, ma ciò che conta è dare sempre a tutti un'overdose d'amore».
Negli ultimi anni, dopo la morte dell'adorata mamma Corallina, era rimasto solo e aveva qualche lontano
parente, ma non si era mai arreso e non perdeva occasione per stare in mezzo alla gente. Solange era una persona semplice e da persona semplice è morto. Andandosene via in punta di piedi, senza disturbare, come ha sempre voluto.
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