Trump, convention da eroe (e vince anche in tribunale)

Milwaukee blindata: in 5mila al corteo contro di lui. Archiviato il caso delle carte segrete: "Dovrebbe essere così per tutti i miei processi"

Trump, convention da eroe (e vince anche in tribunale)
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Esordio a Milwaukee con il vento in poppa per Donald Trump, che proprio nella giornata di apertura della Convention repubblicana mette a segno una vittoria importante sul fronte giudiziario. La giudice Aileen Cannon ha archiviato il caso della carte segrete portate a Mar-a-Lago dopo la sentenza sull'immunità della Corte Suprema, stabilendo che il procuratore speciale Jack Smith è stato nominato illegittimamente, in violazione della Costituzione. E l'ex presidente, sbarcato in Wisconsin a sole ventiquattr'ore dall'attentato in cui è rimasto ferito, sfrutta immediatamente il punto a suo favore chiedendo «l'archiviazione di tutti i casi» contro di lui.

«Se vogliamo andare avanti e riunire la nazione dopo gli orribili eventi di sabato, questa archiviazione dovrebbe essere solo il primo passo, seguito rapidamente dall'archiviazione di tutta la caccia alle streghe», scrive sul social Truth, ribadendo che «il dipartimento di Giustizia democratico ha coordinato questi attacchi politici, che sono un'interferenza elettorale contro l'avversario di Joe Biden». Il tycoon racconta al New York Post «l'esperienza davvero surreale» vissuta a Butler: «Non dovrei essere qui, dovrei essere morto - dice - Il medico dell'ospedale ha detto di non aver mai visto nulla di simile, lo ha definito un miracolo». Trump, secondo altri media, spiega poi che a salvarlo è stato il fatto di aver inclinato la testa all'ultimo istante per guardare lo schermo in cui scorrevano le statistiche sull'immigrazione clandestina: «Se non mi fossi girato, quel proiettile mi avrebbe colpito dritto alla testa». Con il Nyp, invece, risolve pure il mistero scatenato da una frase che si sente nel video della sparatoria, mentre gli agenti del Secret Service vogliono portarlo giù dal palco: «Aspettate, voglio prendere le mie scarpe», dice l'ex presidente. «Gli agenti mi hanno colpito così forte che mi sono cadute le scarpe, e le mie scarpe sono strette», ricorda lui, elogiandoli per le loro azioni eroiche, e dicendo che hanno fatto «un lavoro fantastico».

Per i più ardenti sostenitori di Trump, sbarcati in massa in una Milwaukee blindata per la kermesse repubblicana, l'attentato è stato il culmine e la conferma di una storia che lui racconta da anni, quella di un leader impavido, perseguitato per contrastare la volontà del popolo che lo ha eletto. Una narrazione in cui The Donald viene considerato un martire. «I democratici e i loro amici nei media sapevano esattamente cosa stavano facendo» nel paragonare Trump a Hitler, scrive il figlio Don Jr. Mentre altri fanno riferimento alle osservazioni di Joe Biden, il quale durante un appello ai donatori la settimana scorsa ha affermato: «È ora di mettere Trump al centro del bersaglio».

In Wisconsin, tuttavia, ci sono anche gli anti-Trump, e ieri pomeriggio si sono dati appuntamento per il primo corteo della «Coalition to March on the Rnc», una coalizione che riunisce 120 gruppi e che ha il sostegno di 125 attivisti liberal nel Paese. Si è parlato di almeno 5mila manifestanti, anche se un giudice federale ha stabilito che non potevano sfilare nelle strade della zona rossa, avvicinandosi solo sino a 4-5 isolati dal luogo della Convention Gop. «Unitevi a noi per combattere contro l'agenda razzista e reazionaria dei repubblicani, per stare dalla parte della Palestina, difendere i diritti delle donne, i diritti riproduttivi e quello della comunità Lgbtq, difendere i diritti degli immigrati e sostenere la pace, la giustizia e l'equità», chiosa Omar Flores, co-presidente del gruppo.

Al Fiser Forum, dove sino a giovedì si tiene la kermesse, sarà presente la famiglia Trump al gran completo. A partire dall'ex first lady Melania e la figlia Ivanka, che tuttavia non parleranno.

Sul palco saliranno invece gli altri due figli maggiori dell'ex presidente, Donald Jr ed Eric, la fidanzata del primo Kimberly Guilfoyle (ex conduttrice di Fox News) e la moglie del secondo Lara Trump, co-presidente del partito repubblicano.

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