Trump: "Migranti a Guantanamo, basta ingressi negli Usa"

Il tycoon avvisa i dipendenti federali: "Stop smart working, ritorno in ufficio o licenziati"

Trump: "Migranti a Guantanamo, basta ingressi negli Usa"
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Dopo la valanga di ordini esecutivi, Donald Trump ha firmato la prima legge vera e propria della sua nuova Amministrazione. Ed è una legge in tema di immigrazione illegale, la questione che più di tutte viene privilegiata in questa prima fase del ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Si tratta del Laken Riley Act, approvato la scorsa settimana dal nuovo Congresso a trazione integrale repubblicana, votato anche da un numero non trascurabile di Democratici (46 alla Camera e 12 al Senato). La legge prevede la detenzione degli immigrati illegali accusati, arrestati o condannati per determinati reati considerati 'minori' dalla precedente Amministrazione, come furto e taccheggio.

Il provvedimento prende il nome da Laken Riley, una studentessa della Georgia di 22 anni, uccisa l'anno scorso mentre stava facendo jogging da un immigrato irregolare venezuelano, arrestato e rilasciato più volte per altri reati. L'uomo, il 26enne José Antonio Ibarra, è stato condannato a novembre all'ergastolo. «Abbiamo già raggiunto livelli record contro l'immigrazione illegale, gli ingressi sono calati del 100%. Nessuno entra più», ha detto il presidente, alla presenza dei genitori della giovane e delle famiglie di altri americani uccisi da immigrati illegali, le «angel families» le ha chiamate. Le politiche sull'immigrazione di Joe Biden erano frutto di «arroganza e stupidità», ha ripetuto Trump. Quanto alla sua rivale alle elezioni, Kamala Harris, incaricata da Biden del dossier immigrazione, «non è mai stata al confine e non ha mai nemmeno fatto una telefonata alla polizia di frontiera». Poi, la bomba: «Sto per firmare un ordine esecutivo per dare istruzioni ai dipartimenti della Difesa e della Sicurezza interna di iniziare ad allestire a Guantanamo Bay una struttura per immigrati da 30mila posti letto, per detenere i peggiori criminali stranieri che minacciano gli americani». Un annuncio che farà scalpore e susciterà inevitabili polemiche. «Alcuni di loro sono così pericolosi che non ci fidiamo dei Paesi che se li riprendono, perché non vogliamo che tornino qui. Li mandiamo a Guantanamo», ha spiegato il tycoon.

L'ennesimo «victory lap» per Trump è stato turbato dal dietrofront al quale poco prima era stata costretta la sua Amministrazione, dopo il caos provocato dal congelamento a tappeto dei fondi federali alle varie agenzie, ordinato appena lunedì per procedere ad una revisione selettiva delle spese. Le rassicurazioni che lo stop ai finanziamenti non avrebbe toccato i programmi di welfare rivolti direttamente alle persone e l'assistenza sanitaria garantita da Medicare (anziani) e Medicaid (persone a basso reddito) non erano bastate a placare l'ondata di proteste e di telefonate di autorità statali e congressmen, anche repubblicani. «Pensioni e sanità non verranno toccati», ha ripetuto lo stesso Trump, mentre non è del tutto chiaro come l'Amministrazione procederà nei prossimi giorni.

Peraltro, il congelamento, che sarebbe dovuto entrare in vigore mercoledì pomeriggio, era stato messo in pausa fino al 3 febbraio dall'ordinanza di un giudice. Rimane invece in atto l'avvertimento lanciato martedì. I dipendenti federali che entro il 6 febbraio non torneranno al lavoro in presenza saranno «licenziati», ha detto Trump.

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