Per gli attivisti No Tav, Il festival dell'Alta Felicità fa rima con guerriglia urbana. E anche per questa edizione il copione è stato replicato nel piccolo comune di Venaus. Ma quest'anno il bilancio di un pomeriggio di violenza ha superato anche le peggiori aspettative: in due ore di attacchi, gli antagonisti hanno ferito tre poliziotti, distrutto un mezzo dell'Esercito, rubato zaino e danneggiato sei blindati. Una escalation di violenza che ha portato a poche ore di distanza ad una unanime condanna da parte di tutto il mondo politico. Tutto o quasi, visto che a tacere sono stati i rappresentanti del Movimento Cinque Stelle che da sempre strizza l'occhio ai No Tav e di fatto, senza condanne ufficiali, ne giustifica anche le mosse più azzardate, quelle che sfociano in tafferugli e violenze.
Unica voce lontana dal coro è stata quella di Chiara Appendino che è il sindaco di Torino. La stessa questura di Torino ha dichiarato che «contro le forze dell'ordine e i militari schierati a protezione del cantiere della Torino-Lione in Val di Susa è stato un violento attacco senza precedenti».
Immediata la condanna del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese: «Sono assolutamente inaccettabili episodi di gravissima violenza - ha dichiarato - che mettono in pericolo l'incolumità degli operatori di polizia e che nulla hanno a che vedere con il diritto di manifestare liberamente». Il ministro, inoltre, ha espresso «vicinanza e solidarietà ai due agenti rimasti feriti negli scontri di ieri sera nei pressi del cantiere di Chiomonte», ringraziando «tutte le donne e gli uomini delle Forze dell'ordine e dell'Esercito impegnati quotidianamente per tutelare la sicurezza e l'ordine pubblico in Val di Susa».
Lamberto Giannini, il Capo della Polizia, «ha costantemente seguito» le fasi della «violenta aggressione da parte di gruppi No Tav nei confronti delle forze dell'ordine impegnate a presidio del cantiere di Chiomonte». Giannini ha seguito la complessa gestione dell'ordine pubblico, tenendosi in contatto col questore di Torino, Giuseppe De Matteis. «Il popolo no Tav, come quello no vax, ha tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso - ha detto la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini - ma rispettando le leggi dello Stato. Invece sempre più spesso si assiste a episodi gravissimi di chi pretende di imporre il proprio concetto di libertà ricorrendo alla violenza. Gli ennesimi scontri in Val di Susa sono la riprova di quanto stia crescendo il livello di intolleranza, e di quanto sia necessaria una risposta forte per ripristinare la legalità e tutelare le forze dell'ordine che difendono un'infrastruttura strategica».
Categorica la condanna del governatore piemontese Alberto Cirio: «Chi rispetta la propria terra non la mette a ferro e fuoco. Chi rispetta la democrazia non calpesta il diritto di esprimere le proprie idee, di manifestare, trasformandolo in guerriglia e non ne prende a sassate chi gli dedica la vita ogni giorno con indosso una divisa. Perché le scene che abbiamo visto in Val Susa si chiamano in un solo modo: delinquenza».
Una
proposta concreta è arrivata dalla Cisl, che ha chiesto di organizzare «una grande manifestazione in Val Susa per difendere la Tav e sostenere le forze dell'ordine e i lavoratori impegnati nella realizzazione dell'opera».
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