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Tutti i partiti sotto il 20%: assist al premier per restare

Un premier forte e tanti partiti deboli. Non finisce di stupire l'evoluzione del quadro politico, ridisegnato dall'emergenza Covid e dal conseguente governo di unità nazionale

Tutti i partiti sotto il 20%: assist al premier per restare

Un premier forte e tanti partiti deboli. Non finisce di stupire l'evoluzione del quadro politico, ridisegnato dall'emergenza Covid e dal conseguente governo di unità nazionale. Mario Draghi regna e governa a Palazzo Chigi anche con l'appoggio esterno dei leader mondiali che hanno riconosciuto all'Italia una straordinaria capacità di reazione alla pandemia. Tra il dibattito sulla terza dose vaccinale e il green pass indigesto per una minoranza rumorosa, i cittadini sembrano avere perso il gusto dell'appartenenza politica. Non ha precedenti l'ultima rilevazione della media dei sondaggi elettorali effettuata da Termometro Politico: nessun partito raggiunge la soglia del 20%. Comanda Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni che, dalla meno scottante poltrona dell'opposizione, segna il 19,9%. Poi c'è il Pd di Letta a un'incollatura (19,8%) e la Lega di Salvini al 18,4%. L'ultima forza a doppia cifra è il Movimento 5 Stelle, sceso ancora al 15,7%.

È una girandola impazzita lo scenario politico generale che da mesi è scombussolato dai continui sorpassi e controsorpassi virtuali tra i primi tre partiti. Ma l'assoluta mancanza di una forza guida è un segnale di stanchezza anche da parte della popolazione, in questa fase più garantita da un governo neutro di salute pubblica che da un esecutivo classico di coalizione. Non si profila al momento una maggioranza netta, anche se la somma delle sigle di centrodestra sopravanza costantemente il blocco teorico dello schieramento giallorosso con un vantaggio risicato, ormai tendente al sostanziale pareggio. I sondaggisti indicano in Forza Italia l'unico grande partito in crescita, attestatosi su un 7,5% ritenuto sottostimato per la momentanea mancanza dell'«effetto Berlusconi» che storicamente si manifesta sotto le urne.

Non sarà un caso se la voglia di elezioni anticipate, che periodicamente assale i partiti in ascesa (la Lega di due anni fa o Fdi delle scorse settimane), sembra sopita in attesa di definire la grande partita sul nuovo presidente della Repubblica. Anche gli elettori hanno ormai inteso che un passaggio di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale comporterebbe la fine automatica della legislatura.

I sondaggi possono essere letti in mille modi, ma anche in quello più logico e naturale: gli italiani chiedono all'ex banchiere centrale di restare alla guida del governo fino al 2023. Un Paese in stato di emergenza ha ancora un lungo cammino da percorrere prima del fatidico «liberi tutti».

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