«La vendetta è un piatto freddo, più è freddo e più si gusta». La frase scritta sul profilo Facebook dal 51enne Filippo Marraro, gestore di un autolavaggio di Catenanuova, in provincia di Enna, e lavoratore con reddito minimo garantito al Comune, che ieri mattina ha ucciso la ex dopo 18 anni di convivenza, è agghiacciante. Lei, Loredana Calì, 40 anni il 4 aprile, che dall'agosto scorso aveva chiuso la sua relazione con Filippo, con cui aveva due figli, una di 16 che si trova in gita scolastica e un maschio di 12, è uscita alle 8.30 da casa per andare a lavorare. Lui era lì. L'ha costretta a salire in macchina e si è recato nella casa di proprietà della mamma di lei, nella zona del Calvario, una casa disabitata.
Quando Loredana è scesa dall'auto lui non aveva affatto intenzione di discutere della separazione. Armato di un revolver calibro 38 con matricola abrasa e illegalmente detenuto, le ha sparato un colpo al cuore e uno al collo. Per Loredana non c'è stato scampo. Poi se n'è andato a casa e ha chiamato i carabinieri: «Ho ucciso mia moglie». Non sopportava che lei si stesse rifacendo una vita, credeva anche che avesse avuto altri uomini. Quando i carabinieri lo hanno trovato a casa, era in stato di shock, ma ha indicato dove trovare il cadavere di Loredana e dove aveva nascosto la pistola, in un appezzamento vicino all'autolavaggio che gestisce. I familiari della donna sono distrutti, non trovano parole per commentare quanto è accaduto. In fondo Loredana voleva soltanto rifarsi una vita, forse, dice qualcuno a bassa voce, andando via dal paese per raggiungere una sorella in Germania insieme ai suoi figli, ma questo Loredana non potrà confermarlo.
Filippo, reduce da un matrimonio fallito, da cui aveva avuto un figlio che ha oggi 25 anni e ne aveva adottato un altro, la sera prima aveva visto la partita di calcio con degli amici, senza fare presagire nulla, ma aveva probabilmente già ordito tutto. Qualcuno dice che avesse effettuato una videochiamata a Loredana, dicendole: «Scegli con quale arma vuoi morire», ma pare non sia verificabile nell'indagine. Dal suo profilo Fb emerge un'altra frase che fa rabbrividire: nella colonna di presentazione si descrive «vedovo» e «disoccupato ben organizzato».
I carabinieri della Compagnia di Enna, guidati dal capitano Alberto Provenzale, che stanno svolgendo le indagini su coordinamento della procura di Enna, sono rimasti fino a sera sul luogo della tragedia per ricostruire la dinamica. Il pm di turno ha disposto l'autopsia. L'uomo è stato arrestato per omicidio e detenzione di arma clandestina.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.