Uccisero Gelsomina Verde, due arresti (19 anni dopo)

"Simula una rapina". Ma il killer, ingaggiato dai Di Lauro nella guerra tra clan, esagerò

Uccisero Gelsomina Verde, due arresti (19 anni dopo)
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Avrebbero fatto parte del gruppo camorrista che uccise Gelsomina Verde, vittima innocente della camorra, assassinata in maniera truce durante la prima faida di Scampia solo perché fidanzata con un loro rivale: la Squadra Mobile di Napoli ha arrestato Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, alias «o Vichingo» al termine di indagini coordinate dalla DDA e scaturite dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Le accuse sono state notificate nel carcere di Massa Carrara dov'è detenuto De Lucia, mentre Esposito è stato rintracciato dagli agenti della Mobile (coordinati dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini) nella sua abitazione di Castelvolturno (Caserta). Per gli inquirenti avrebbero sequestrato e assassinato la vittima insieme a Ugo De Lucia e Pietro Esposito, entrambi già condannati per l'omicidio di Gelsomina, estranea agli ambienti criminali, trucidata a colpi d'arma da fuoco alla testa e poi bruciata in un'auto, perché sentimentalmente legata a Gennaro Notturno, alias «o Saracino», esponente di spicco dei rivali degli Amato-Pagano. Con i due arresti si chiude il cerchio su questo omicidio trasversale eseguito dai Di Lauro in quanto gli indagati, secondo gli investigatori, sarebbero gli ultimi due componenti del commando. La donna fu ammazzata in maniera efferata il 21 novembre 2004 durante lo scontro armato tra il clan Di Lauro e gli scissionisti degli Amato Pagano, sono ripartite sulla base delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia. Doveva sembrare una rapina, la morte di Gelsomina Verde, non un efferato omicidio di camorra, quale poi è stato, che avrebbe potuto aprire le prime pagine dei giornali: a rivelarlo agli investigatori è Salvatore Tamburrino, uno dei sette collaboratori di giustizia che con le loro dichiarazioni hanno consentito alla Squadra Mobile di Napoli di individuare e arrestare Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi.

Tamburrino (che, dopo avere ucciso la moglie Norina Mattuozzo consentirà poi la cattura di Marco Di Lauro, preso dopo una lunga latitanza) parla di un summit risalente a qualche giorno prima dell'omicidio di Gelsomina, una riunione a casa di Cosimo Di Lauro, cui presero parte lo stesso Cosimo, i fratelli Marco e Ciro, e Giovanni Cortese. «Ugo De Lucia (capo di uno dei gruppi di fuoco del clan Di Lauro) - dice Tamburrino - fece il nome di Gelsomina Verde in quanto aveva una relazione con Notturno Gennaro... dice che (lei) poteva dirci dove stava...».

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