Uccisi prostituta e trans. Fermato un artigiano

La stessa modalità dei delitti: colpi di pistola di piccolo calibro. I corpi lasciati nei campi

Uccisi prostituta e trans. Fermato un artigiano

Due morti violente a poche ore di distanza l'una dall'altra in un territorio, quello di Sarzana, al confine tra Liguria e Toscana, scosso da due omicidi ancora non formalmente collegati ma che potrebbero avere un legame. Per il primo, quello scoperto domenica scorsa con il ritrovamento del cadavere di una 35enne di origini albanesi, Nevila Pjetri, c'è un fermo. Lo hanno eseguito ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale della Spezia, coordinati dalla Procura della Repubblica, nei confronti di un uomo di 32 anni, Daniele Bedini, artigiano residente in provincia di Massa Carrara. Nei suoi confronti «numerosi gravi indizi»: l'uomo era già noto alle forze dell'ordine che però si sono concentrate su di lui anche per un dettaglio: il 32enne è proprietario di un'auto bianca, un furgoncino pick-up. Quello del veicolo è un particolare che richiama alla mente le prime testimonianze raccolte dai carabinieri. Tra le prime persone sentite dopo il ritrovamento del corpo di Nevila, alcune prostitute della zona che conoscevano la ragazza, che frequentava la stessa zona. Sono state loro a raccontare di averla vista per l'ultima volta proprio la sera di sabato salire a bordo di una non meglio precisata auto bianca per non fare più ritorno. Tra le ipotesi sul movente c'era quella di una lite con un cliente o ancora la pista del racket. Il fermo di ieri non chiarisce ancora i contorni del delitto, che potrebbe essere stato compiuto dopo un litigio o un tentativo di rapina. Dal referto dell'esame autoptico sul corpo della donna la morte è stata provocata da almeno due colpi di pistola, uno alla testa ed uno dietro l'orecchio sparati con un'arma di piccolo calibro che non è ancora stata ritrovata. A pochi chilometri di distanza dal torrente Parmignola ieri è stato trovato un secondo cadavere. La vittima questa volta è una transessuale di 43 anni, una parrucchiera residente ad Aulla. Al primo esame sul corpo, rinvenuto in un canneto a pochi metri dall'auto di proprietà - una Ford Fiesta grigia dalla quale era stata staccata la targa posteriore - le violenze inflitte sembrerebbe molto simili a quelle che hanno provocato la morte di Nevila. Sul tappeto anteriore del veicolo è stata trovata una macchia di sangue e due bossoli, ora sotto sequestro, che potranno svelare se l'arma usata sia stata la stessa. La morte risalirebbe almeno alla notte tra lunedì e martedì, ma questo non esclude possa essere avvenuta nelle stesse ore in cui è stato compiuto il primo delitto. Le indagini non si fermano, concentrate ora sul capire se esistano punti di contatto tra i due omicidi.

Le due vittime, stando alle prime ricostruzioni, non si conoscevano seppure residenti entrambe in un raggio di pochi chilometri sul confine tra le due regioni. E non ci sarebbe stata conoscenza pregressa neanche tra il fermato e la prima vittima. Bandini, secondo quanto riferito dal suo legale, Rinaldo Reboa, si è dichiarato «completamente estraneo ai fatti».

L'avvocato ha anche fatto sapere che il suo assistito sarebbe stato fermato unicamente per «la denuncia del furto della pistola di proprietà del padre». Ora si attende l'autopsia sul corpo della seconda vittima a chiarire se a sparare in entrambi i casi possa essere stata la stessa arma, con ogni probabilità una calibro 22.

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