Ucciso a calci e pugni. "Difendeva un amico". Arrestati i 4 picchiatori

Willy Monteiro, cuoco 21enne, massacrato dal branco fuori dal pub. Voleva sedare una rissa

Ucciso a calci e pugni. "Difendeva un amico". Arrestati i 4 picchiatori

Ucciso per difendere un amico. Massacrato di botte all'uscita di un pub, colpito con calci e pugni, Willy Monteiro Duarte, 21 anni, di origini capoverdiane. Arrestati per omicidio preterintenzionale in concorso i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, esperti di arti marziali e «picchiatori di professione», Francesco Belleggia e Mario Pincarelli «Pellico», fra i 22 e i 26 anni, tutti con precedenti per lesioni e stupefacenti. Quando i carabinieri li hanno trovati, in piena notte, i quattro bevevano birra in un Bistrot di Artena. Un fatto che ha sconvolto Colleferro, un paesino dell'estrema provincia Sud di Roma.

Succede tutto in piazza Oberdan, dietro la caserma dei carabinieri. Willy, un ragazzo d'oro come raccontano gli amici, ha da poco finito di lavorare. Scuola alberghiera, da due anni fa il cuoco all'Hotel Degli Amici, alle porte di Artena. Vive con i genitori e una sorella di 19 anni a Paliano, Willy. I suoi sono arrivati in Italia più di 30 anni fa e lui è nato a Roma. «Era un po' giù perché una cliente del ristorante si era lamentata del pesce, un polpo, troppo cotto» racconta il titolare, Nazareno D'Amici. «Erano le 23,30 - continua - è rimasto a mettere in ordine fino a mezzanotte e mezza poi è andato a casa. Sognava di fare lo chef e lo sarebbe diventato: era bravissimo soprattutto con i dolci». Willy, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Colleferro e del nucleo operativo di Frascati, si cambia e raggiunge gli amici in largo Santa Caterina dove i locali sono aperti fino a tardi. Scoppia una lite per uno sguardo di troppo: uno dei quattro picchiatori, difatti, se la prende con un giovane che avrebbe guardato una ragazza. La rissa continua in strada dove si mettono in mezzo altri tre energumeni.

Willy conosce il ragazzo picchiato, è un suo vecchio compagno di scuola. Non se lo fa ripetere due volte e, nonostante abbia un fisico asciutto, interviene per farli smettere. I quattro si scagliano contro Willy e i suoi amici con violenza inaudita. Uno di loro, Marco Romagnoli, viene colpito in pieno volto da un pugno. Gli altri, terrorizzati dalle belve, fuggono. Willy crolla a terra. Lo picchiano a sangue anche quando non si muove più. Poco dopo e degli aggressori, fuggiti con un Suv, nessuna traccia. O quasi.

Uno di loro lascia l'auto, un'Audi Q8, davanti la caserma dei carabinieri per recuperarla quando non c'è più nessuno in giro. È l'errore più grave dopo il pestaggio. Willy viene soccorso dal 118 e trasportato in ospedale. Muore, però, durante il tragitto. I quattro, credendo di averla fatta franca, tornano ad Artena ed entrano nel bar di un loro cugino. Il comandante della stazione dei carabinieri di Colleferro conosce bene quella macchina e li va a cercare. Quando i militari li fermano hanno ancora addosso i vestiti della mattanza. Vengono interrogati fino a ieri sera. «Non lo volevamo ammazzare» l'unica frase che riescono a dire davanti al magistrato.

In casa della vittima, in Contrada Mola del Casale, a Paliano, per tutto il giorno un capannello di parenti e amici. Il padre e la madre, lui operaio edile e lei colf in una famiglia della capitale, sono distrutti dal dolore. «Hanno bisogno della nostra solidarietà - conclude Nazareno D'Amici -, è gente onesta e umile. Non meritavano tanto». Una vecchia passione per il calcio nella Asd Paliano, studente modello dell'istituto alberghiero Buonarroti di Fiuggi, Willy era un ragazzo come pochi. Testa a posto, gran lavoratore, sempre sorridente.

«Siamo disperati dal dolore» dice il cugino mentre si stringe alla sorella più piccola della vittima. Uno dei suoi assassini, Gabriele Bianchi, proprietario una frutteria a Cori, scrive su Fb: «Essere maledetto mi benedice». Il fratello Marco è campione di MMA e insegna arti marziali a Lariano.

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