È stato trovato negli Emirati il corpo del rabbino israelo-moldavo Zvi Kogan, scomparso da giovedì. Israele lo ha subito definito un episodio di «terrorismo antisemita» e ha gridato alla vendetta, prima che ieri sera le forze di sicurezza degli Emirati Arabi Uniti annunciassero l'arresto di tre persone per l'omicidio del rabbino. Kogan, nato a Gerusalemme 28 anni fa, si trovava ad Abu Dhabi da quando Israele ha normalizzato i legami con gli Emirati alla fine del 2020. La moglie, Rivky Spielman, originaria di Crown Heights, a Brooklyn, era nipote del rabbino Gavriel Holtzberg, assassinato a Mumbai, in India, nell'attacco alla Nariman Chabad House del 2008. Il corpo di Kogan è stato rinvenuto nella città emiratina di Al Ain, al confine con l'Oman, a circa 150 chilometri da Abu Dhabi, anche se non è chiaro se sia stato ucciso lì o altrove. L'auto di Kogan è stata abbandonata ad Al Ain, ma c'erano segni di una colluttazione nel veicolo. Benjamin Netanyahu ha subito tuonato: «Israele userà tutti i mezzi necessari e farà giustizia sugli assassini del rabbino e i mandanti». Anche il presidente israeliano, Isaac Herzog, è intervenuto e ha precisato: «Questo vile attacco antisemita ci ricorda l'inumanità dei nemici del popolo ebraico». Dura reazione pure del ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, che ha sottolineato che l'uccisione del rabbino è un «crimine terroristico antisemita codardo e spregevole». Il Ministero degli Interni degli Emirati Arabi Uniti, ha sottolineato che gli arresti sono stati «compiuti a tempo di record» e che i risultati completi dell'indagine saranno resi noti al suo completamento.
Kogan era un emissario di Chabad Lubavitch, movimento mistico e ramificazione dell'ebraismo chassidico con un impegno missionario globale volto a rafforzare l'identità ebraica e ad avvicinare gli ebrei alla loro fede. Gestiva il Rimon, negozio di alimentari kosher sulla trafficata Al Wasl Road di Dubai, ora chiuso. Mentre le guerre sconvolgevano la regione, il locale è stato bersaglio di proteste online da parte di dimostranti pro-palestinesi e anti-israeliani. Le mezuzah sulle porte ieri sembravano essere state strappate. Kogan era impegnato anche nell'apertura del primo centro di studi ebraici del Paese. Era un personaggio di spicco nella comunità. Ha partecipato alla prima cerimonia del giorno della memoria dell'Olocausto nello stato del Golfo nel 2021 e in quell'occasione ha guidato la preghiera commemorativa di Yizkor. Kogan nella sua vita aveva indossato anche la divisa militare, ha fatto il servizio militare nella Brigata Givati (truppe di montagna), cosa ritenuta rara per coloro che appartengono alla sua ala religiosa.
Gli Emirati sono uno Stato importante negli equilibri della regione e uno dei Paesi arabi che hanno normalizzato le relazioni con Israele grazie agli Accordi di Abramo del 2020, promossi da Donald Trump durante il suo primo mandato. Le autorità di Tel Aviv però ieri hanno rinnovato l'avvertimento agli israeliani di evitare tutti i viaggi non essenziali nel Paese del Golfo. Intanto fioccano le ipotesi su quanto possa essere accaduto. Secondo i media israeliani Kogan potrebbe essere stato rapito e assassinato da tre cittadini uzbeki che avrebbero agito su ordine dell'Iran, poi fuggiti in Turchia.
Sarebbe stato sotto attenzione da parte di Teheran e il suo assassinio è considerata una ritorsione della Repubblica islamica per i recenti attacchi ai vertici del Partito di Dio in Libano. Uno molto pesante sabato, ha fatto crollare un edificio di 8 piani in pochi istanti.
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