Da Bruxelles arriva una doccia gelata alle speranze di rivedere le politiche green sull'automotive e, nonostante la crisi del settore dovuta anche a decisioni politiche errate, Roxana Minzatu, vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, chiude alla possibilità di una revisione anticipata del regolamento che fermerà nel 2035 la produzione dei motori endotermici. Rispondendo a un'interrogazione parlamentare in materia, la Minzatu (appartenente al gruppo socialista) ha sostenuto che il regolamento Ue «crea certezza per produttori, fornitori e investitori, con un lasso di tempo sufficiente per pianificare una transizione equa» aggiungendo che «richiede alla Commissione di preparare una relazione sui progressi compiuti entro il 2025. Sulla base di tale relazione, la Commissione riesaminerà il regolamento nel 2026».
Il commissario europeo sostiene invece che lavorerà «per garantire che gli e-fuels abbiano un ruolo da svolgere attraverso una modifica mirata del regolamento nell'ambito della revisione prevista. Questa sarà anche l'occasione per valutare come garantire una transizione equa, considerando le mutate circostanze globali».
Il riconoscimento dei carburanti sintetici è una richiesta sostenuta dalla Germania mentre l'Italia è a favore dei biocarburanti che al momento non risultano però inclusi tra le fonti riconosciute. La richiesta di anticipare di un anno la revisione prevista per il 2026 del regolamento sull'automotive, oltre che da vari stati membri, è stata sostenuta nelle settimane passate dal Ppe in un position paper in cui si chiedeva all'Ue di avviare nel 2025 la revisione per «correggere» la legge.
In un mercato automobilistico in forte crisi con un calo di immatricolazioni in Europa del 2% nel mese di novembre rispetto allo scorso anno, l'industria delle auto si trova a dover fronteggiare un altro rischio che arriva da Bruxelles. Nel 2025 dovrebbero infatti entrare in vigore le multe per le case automobilistiche per il mancato rispetto degli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti.
Se la misura dovesse essere confermata Volkswagen e Stellantis rischiano di affrontare multe comprese tra i 15 e i 17 miliardi di euro. Una richiesta che si scontra con l'esigenza di salvaguardare i posti di lavoro che, tra calo delle vendite, chiusure degli stabilimenti, cassa integrazione e delocalizzazioni sono già a rischio.
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