Pil 2024 a +0,5%. Bene l'occupazione

Gli ultimi dati dell'Istat

Pil 2024 a +0,5%. Bene l'occupazione
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Il Pil italiano, secondo le stime preliminari dell'Istat, è rimasto fermo nell'ultimo trimestre 2024. Il dato ha portato la crescita annua al +0,5%, due decimi in meno del +0,7% auspicato dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (in foto), e metà rispetto al +1% del Piano strutturale di Bilancio (Psb). La crescita acquisita per il 2025 è zero, ossia non c'è nessun effetto di trascinamento positivo sull'anno in corso. Occorre, tuttavia, precisare che i dati Istat sono destagionalizzati (cioè non tengono conto dei quattro giorni lavorativi in più del 2024 sul 2023), mentre le stime del governo sul 2025 (+1,2%) includono queste variabili. In ogni caso, si tratta di una frenata imprevista che trova un riscontro nella prolungata recessione tedesca (-0,2% il Pil 2024, stime 2025 tagliate da +1,1 a +0,3%) e nella bassa crescita francese (+1,1% ma zero nel quarto trimestre). Alla ripresa dell'industria italiana (il valore aggiunto è aumentato e anche l'export è andato bene) nell'ultimo trimestre ha fatto da contraltare la flessione di agricoltura e servizi. Circostanze confermate dai dati Istat sul fatturato a novembre: per le imprese è aumentato dell'1,5% su base mensile, per i servizi si è contratto di un analogo valore. Sul fronte del lavoro, il numero di occupati a dicembre è rimasto sostanzialmente stabile, attestandosi a 24 milioni 65mila unità (record di 16,4 milioni per il tempo indeterminato), con un tasso di occupazione al 62,3% (-0,1 punti rispetto a novembre, +274mila occupati in un anno). Il leggero rallentamento della crescita dei posti di lavoro e i consumi ancora sottotono (anche se il repentino rientro dell'inflazione ha prodotto un miglioramento degli indici di fiducia) impongono nuove sfide dal retrogusto antico.

Da un lato anche la Bce dovrà collaborare tagliando ulteriormente i tassi, dall'altro lato - come ha sottolineato l'Ufficio studi di Confcommercio - «senza nuovi impulsi favorevoli sarà molto difficile raggiungere un incremento del Pil attorno all'1%». Che, detto semplice, significa tagliare le tasse.

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