C'è da restare basiti dinanzi alle dichiarazioni dell'ex segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, in tema di rimborsi alle imprese costrette a fermarsi a seguito del Covid-19. Sollecitato da Giovanni Floris, conduttore del programma Di martedì, questo politico di lungo corso della sinistra italiana ha affermato che è meglio lasciar cadere ogni ipotesi di indennizzo, e questo in virtù del fatto che saremmo di fronte soltanto a evasori.
Gli argomenti di Bersani persuaso che quanti ora sono in ginocchio non meritino nulla sono offensivi, risibili e contraddittori. Egli ha sostenuto che le aziende potrebbe ricevere un aiuto «se fossimo uno Stato normale», perché allora si potrebbe anche valutare di destinare alle aziende chiuse il 50% di quanto hanno dichiarato l'anno scorso. Poiché invece l'Italia è un Paese di evasori, meglio lasciar perdere. Eppure, seguendo lo schema di Bersani, come si aiuterebbe un evasore dandogli il 50% di quanto ha dichiarato allo Stato? Quell'ipotesi non sosterrebbe chi evade, ma semmai chi paga.
Per giunta, è allucinante che vi sia chi sostiene che il medesimo Stato che ha costretto le imprese a fermarsi (con il lockdown e con le altre misure) dovrebbe ora ignorare le conseguenze delle sue decisioni. Per Bersani tutti gli imprenditori riuscirebbero in qualche modo a evitare le gabelle del sistema tributario, ma non è così, dato che lo Stato spreme le aziende come i dipendenti, i professionisti come gli artigiani, i negozianti come gli albergatori. Quelle parole lasciano poi intendere che il semplice fatto di compiere un'attività privata rappresenterebbe la prova evidente di essere una persona scorretta, e quindi non meritevole di nulla.
È inammissibile che milioni di cittadini che rischiano ogni giorno del loro vengano offesi in tal modo proprio da chi, in sostanza, da vari decenni vive di politica e quindi prospera grazie ai soldi che gli imprenditori piccoli e grandi sono costretti a consegnare a questo Stato vorace.
Per riprendere le parole di Bersani, «se fossimo in uno Stato normale» quanti appartengono al vasto parassitismo politico-burocratico userebbe parole più rispettose nei riguardi di chi tira la carretta.Si è capito da tempo che vi è una sinistra che adora le cartelle esattoriali perché da lì trae i propri privilegi, ma questo aperto disprezzo verso chi lavora e intraprende lascia davvero stupefatti.
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