Il coronavirus ha fatto più morti tra gli americani della guerra in Vietnam. È il nuovo triste record registrato negli Usa, dove il numero di decessi per la pandemia ha raggiunto quota 58.529 (e oltre un milione di contagi). Mentre secondo l'Archivio Nazionale degli Stati Uniti, le vittime del conflitto nel paese asiatico - iniziato nel 1955 e terminato nel 1975 - sono state 58.220. D'altronde, il presidente Donald Trump in una delle conferenze stampa alla Casa Bianca, ha detto: «Siamo in guerra» contro il «nemico invisibile», ed è una «guerra pericolosa». Per quanto riguarda i positivi, però, il tycoon ha ribadito su Twitter che negli Usa il dato è molto alto perché si fanno tanti tamponi. «L'unica ragione per cui gli Stati Uniti hanno riportato un milione di casi di Covid-19 è che le nostre capacità di test sono migliori di quelle di qualsiasi altro paese al mondo - ha scritto - Altri sono molto indietro rispetto a noi nei test, e quindi mostrano molti meno casi».
In America finora sono stati eseguiti 5,8 milioni di test su una popolazione di circa 328 milioni di abitanti. Il virologo Anthony Fauci, luminare della task force anti-coronavirus, ha da parte sua riferito risultati incoraggianti sul remdesivir, farmaco anti-virale che mostra un «significativo effetto positivo nel ridurre i tempi di ripresa» e mostra che un medicinale «può bloccare questo virus».
Notizie drammatiche, invece, arrivano da una casa di riposo per veterani in Massachusetts, dove almeno 80 ospiti sono morti dopo aver contratto il virus. Si tratta di quasi un terzo dei residenti alla Soldiers' Home di Holyoke, mentre altri 82 anziani e 81 dipendenti risultano al momento positivi. La vicenda ha fatto scattare una serie di indagini per accertare le responsabilità di quello che, sino ad ora, risulta essere il focolaio più mortale registrato in una casa di riposo negli Usa. Secondo Joan Miller, infermiera nella struttura, la scarsità dei personale ha comportato lo spostamento continuo da un reparto all'altro per fornire assistenza, il che ha causato la diffusione del virus a un ritmo estremamente elevato. Miller ha riferito poi che un'intera unità è stata chiusa per mancanza di operatori, costringendo i veterani a stare a stretto contatto. «Erano letteralmente ammassati uno sull'altro - ha rivelato - Non sapevano chi fosse positivo e chi negativo, poi hanno raggruppato le persone e questo ha aggravato ancora la situazione».
Ma la situazione nelle case di riposo è sempre più drammatica in tutto il paese: per ora non ci sono dati ufficiali sul numero dei decessi, tuttavia secondo un conteggio di Associated Press sarebbero almeno 13.762. In California, ad esempio, il 40% delle vittime totali del coronavirus nello stato sono residenti di case di riposo a lungo termine.
Tali strutture - che ospitano persone anziane spesso con condizioni di salute fragili e quindi particolarmente vulnerabili - rimangono ad altissimo rischio, e per questo potrebbero essere previste misure particolari per la riapertura dei vari stati tra cui l'estensione del divieto di accesso ai visitatori.
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