Usa, spunta un altro video choc. Agenti sotto accusa in Arizona

Un 27enne di origine ispanica ammanettato e a testa in giù per 12 minuti. Ripete: "Non respiro" e poi muore

Usa, spunta un altro video choc. Agenti sotto accusa in Arizona

New York. Il copione si ripete. Negli Usa spunta l'ennesimo video shock sull'abuso della forza da parte della polizia, finita nel mirino delle proteste in tutto il paese dopo l'uccisione dell'afroamericano George Floyd a Minneapolis. Questa volta la vittima è un ispanico, il 27enne Carlos Ingram Lopez, morto durante l'arresto a Tucson, in Arizona. Nel video di una delle body camera degli agenti, diffuso a oltre due mesi dall'episodio (avvenuto il 21 aprile scorso) si vedono i poliziotti inseguire l'uomo dentro una casa, ammanettarlo e tenerlo con la faccia a terra per 12 minuti mentre lui si scusa, chiede dell'acqua e mormora «non posso respirare», proprio come Floyd, prima di morire.

L'autopsia ha rivelato che la causa della morte è stata una combinazione del blocco a terra in posizione prona e di un arresto cardiaco in presenza di un'intossicazione di cocaina. I tre agenti coinvolti nella morte del giovane - Samuel Routledge, Ryan Starbuck e Jonathan Jackson - hanno presentato le loro dimissioni la settimana scorsa, mentre il capo della polizia, Chris Magnus, ha offerto le sue dopo la diffusione del video. Sulla vicenda è intervenuta la sindaca di Tucson, Regina Romero, prima latina a guidare una città a maggioranza ispanica, la quale si è detta «profondamente turbata e indignata». Magnus, da parte sua, ha spiegato che gli agenti erano intervenuti in seguito a una segnalazione della nonna di Ingram Lopez: la donna ha contattato la polizia poco dopo l'una di notte dicendo che il nipote correva per casa nudo e ubriaco. Due giorni prima della chiamata, Carlos avrebbe commesso violenze domestiche e avuto una condotta molesta. Nel filmato, i poliziotti hanno chiesto al giovane di calmarsi, e uno di loro lo ha avvertito che avrebbero sparato (pare facesse riferimento al taser) se non avesse collaborato. Lui, però, è corso nel garage, dove gli agenti lo hanno ammanettato e messo a faccia in giù.

Secondo il capo della polizia di Tucson non c'è alcuna indicazione che abbiano usato il chokehold, la presa al collo, come avvenuto per Floyd. I tre agenti - due bianchi e uno afroamericano - hanno anche tentato il massaggio cardiaco e gli hanno iniettato del Narcan, una sostanza per rianimare le persone in overdose, ma inutilmente.

Intanto, in North Carolina, tre poliziotti sono stati licenziati dopo la scoperta di una registrazione in cui hanno discusso di uccidere afroamericani, hanno utilizzato parole razziste, e hanno definito necessaria una seconda guerra civile. Il video, attivato accidentalmente nell'auto di uno degli agenti, era stato scoperto durante un successivo esame al dipartimento di polizia di Wilmington. I tre silurati - Kevin Piner, Jessie Moore, Hames Gilmore - hanno ammesso l'autenticità della conversazione, negando però di essere razzisti.

Mentre il capo della polizia della città, Donny Williams, ha spiegato di aver reso noto il caso per mantenere la pubblica fiducia nella polizia, ribadendo poi la necessità di riforme a livello locale e in tutto il paese.

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