Mille piccoli droni armati saranno venduto dagli Stati Uniti a Taiwan per 360 milioni di dollari. Lo riferisce la Cnn, secondo cui con questa fornitura Taipei intende rafforzare le proprie capacità di guerra asimmetrica con lo sguardo rivolto alle tattiche utilizzate sul campo in Ucraina. Lo scenario naturalmente è quello di una Cina sempre più minacciosa, soprattutto dopo l'elezione a presidente di Lai Ching-te (William Lai), considerato da Pechino un «pericoloso separatista». La Cina considera l'isola una «provincia ribelle» da «riunificare» a tutti i costi.
Taiwan riceverà 720 sistemi Switchblade 300, munizioni circuitanti simili a piccoli droni che possono essere rapidamente lanciati da piattaforme di diverso tipo, e sistemi di controllo per il valore di oltre 60 milioni di dollari. Gli Stati Uniti forniranno inoltre a Taiwan fino a 291 droni Altius 600M-V e relative attrezzature per 300 milioni di dollari. Entrambi, sottolinea la Cnn, possono essere utilizzati per operazioni di ricognizione. Taiwan assicura che «continuerà a rafforzare le capacità di autodifesa e di difesa asimmetrica, a intensificare la deterrenza». «Difenderemo con determinazione il nostro sistema costituzionale di democrazia e libertà - ha detto la portavoce dell'ufficio presidenziale Karen Kuo - e lavoreremo con i Paesi che hanno idee simili per tutelare l'ordine internazionale basato sulle regole».
Taiwan «non si arrenderà» e «difenderà la sovranità nazionale, tutelando lo stile di vita democratico e costituzionale», ha detto Lai, accusando il Dragone di utilizzare «metodi coercitivi non tradizionali per tentare di costringere Taiwan a sottomettersi». In base al Taiwan Relations Act, Washington è impegnata sostenere le capacità di difesa dell'isola. E molti analisti ritengono che strategie di guerra asimmetrica aiuterebbero Taiwan a contrastare la Cina rispetto alle armi convenzionali in caso di invasione dell'isola.
Il sostegno degli Stati Uniti a Taiwan fa sempre innervosire (eufemismo) la Cina. In attesa di reazioni, ieri Xi Jinping ha chiesto alle Forze armate cinesi una maggiore «lealtà politica», ribadendo la sua volontà di reprimere la corruzione all'interno dell'esercito.
In un discorso durante una riunione della Commissione militare centrale a Yan'an, Xi ha detto che «la situazione del mondo, del Paese, del Partito e dell'esercito sta subendo cambiamenti complessi e profondi. Dobbiamo promuovere costantemente la costruzione politica dell'esercito e osare sempre combattere e vincere».
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