Rovigo, Conegliano, Padova. Solo alcune delle tappe del viaggio di Antonio Tajani nel cuore produttivo del Nordest. Lontano dalle chiacchiere e dai pettegolezzi della politica, Forza Italia sceglie di continuare a lavorare per la ripresa e per la vittoria contro l'incubo pandemico. E proprio oggi alla Commissione riunita di Camera e Senato delle Finanze approda una proposta sulla riforma fiscale. Strumento indispensabile secondo gli azzurri per aiutare la ripresa economica del Paese.
Quali sono le caratteristiche essenziali della vostra proposta di riforma del fisco?
«L'Italia ha bisogno di una riforma fiscale che abbia la sua stella polare nella crescita, con cui recuperare in fretta ciò che è stato perduto, non nella redistribuzione di quel che è rimasto. E un simile sistema tributario passa necessariamente per l'aspetto qualitativo della chiarezza interpretativa e della semplicità applicativa delle regole».
Quindi anche nel sistema tributario serve una semplificazione?
«La mole del contenzioso tributario ci fa capire che i problemi non sono dovuti solo all'evasione ma anche se non soprattutto alla confusione e all'affastellamento delle norme vigenti in materia fiscale.
Cosa conterrà nel dettaglio questa riforma che voi auspicate e che dovrebbe entrare nel Pnrr?
«Cito alcuni punti: l'introduzione della Flat tax sui redditi incrementali rispetto all'anno precedente, riduzione a due o al massimo a tre aliquote, abolizione dell'Irap, riduzione del numero delle aliquote (2 o 3 al massimo), riduzione anche delle aliquote Iva ne basterebbero infatti due: una bassa agevolata e una ordinaria. Ovviamente poi sosterremo il governo Draghi nella proposta di introdurre una digital tax a livello europeo».
Per tornare all'emergenza sanitaria, pensa che la questione del coprifuoco resti una battaglia tutta politica?
«Dobbiamo mettere in sicurezza il Paese al più presto, ovviamente. Ci batteremo, però, per spostare il coprifuoco almeno alle 23 già nelle prossime settimane se i dati lo consentiranno. Stessa cosa per le riaperture. Come diciamo sempre noi i veri ristori sono le riaperture. Soprattutto di quei settori che più hanno subito il fermo del lockdown come wedding e impianti sportivi»..
Onorevole Tajani, Salvini sul «Paìs» non esclude la candidatura di Mario Draghi per il Quirinale. Che ne pensa?
«In questo momento mi sembra prematuro parlare di candidature. Ci sono questioni ben più urgenti da affrontare».
In tanti immaginano, però, che l'arrivo di Draghi al Quirinale possa concretizzarsi soltanto quando sarà conclusa la sua missione a Palazzo Chigi. Salvini dice però che l'elezione del presidente della Repubblica non si può rimandare. Forse il tempo di questo governo è più breve di quanto immaginavate?
«Il governo Draghi sta lavorando bene e sul tavolo ci sono questioni che hanno bisogno della totale e piena concentrazione di tutti. D'altronde non si sono mai rimandate le elezioni del presidente della Repubblica. Oggi parlare di questo argomento significherebbe, però, non accorgersi dell'urgenza e della gravità dei problemi da risolvere».
Quindi come vi comporterete?
«Ci dedichiamo e ci dedicheremo a far uscire il Paese dall'emergenza sanitaria e da quella economica. Dopo ci sarà tutto il tempo per discutere su candidature per il Quirinale. Parlarne ora sarebbe irrispettoso e fuori luogo».
Delle candidature per le amministrative, invece, si può parlarne visto che i tempi per il voto si avvicinano (sarà a ottobre, ndr).
«Per adesso l'unica cosa sicura è la candidatura di Roberto Occhiuto alla presidenza della Regione Calabria. Sul resto c'è ancora da discutere».
È sfumata la candidatura di Albertini a Milano. Ci sono novità sul fronte delle grandi città?
«Dobbiamo trovare candidati unitari. Mi appello agli alleati di centrodestra per fare in fretta».
Discuterete anche della candidatura di Bertolaso a Roma?
«Per Forza Italia è ancora un valido candidato, anche se lui ha fatto un passo indietro. Però è prematuro fare nomi anche in questo caso».
Se non nomi, almeno identikit.
Quali le caratteristiche di questi candidati?«Sarebbe meglio prenderli dalla società civile. Però ci sono autorevoli esponenti politici che possono comunque competere e fare al meglio gli interessi della coalizione».
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