Il cinema Orfeo di Milano sceglie - per «rischio di contestazioni» - di non trasmettere «Liliana», opera di Ruggero Gabbai, e la politica risponde subito. La proposta della senatrice Mariastella Gelmini, esponente di Noi Moderati-Centro Popolare, è stata recepita dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: la pellicola sulla vita della senatrice a vita Liliana Segre verrà trasmessa nelle scuole italiane. «La decisione di un cinema milanese di non proiettare in sala il docufilm Liliana del regista Ruggero Gabbai è inaccettabile», ha premesso Gelmini, in una nota. «Un'opera preziosa, presentata in anteprima al Festival del Cinema di Roma, che credo sia giusto portare invece nelle scuole e mostrare agli studenti italiani», ha continuato. L'antisemitismo, in Italia e in Europa, è tornato argomento d'attualità. «Di fronte a questo clima di odio e antisemitismo e alla cappa di silenzio calata in Occidente sul pogrom del 7 ottobre - ha proseguito l'ex ministro - , abbiamo il dovere di parlare alle giovani generazioni: raccontare loro una delle pagine più buie della storia, anche attraverso la testimonianza potente di Liliana Segre».
Ferma, immediata e positiva la risposta del capo di dicastero: «Condivido - ha scritto Valditara via X - il suggerimento di portare nelle scuole il docufilm Liliana sulla vita di Liliana Segre». «È fondamentale - ha aggiunto il ministro dell'Istruzione e del Merito - sensibilizzare le giovani generazioni sui rischi del ritorno dell'antisemitismo e sull'importanza di combattere qualsiasi forma di odio e discriminazione».
Il docufilm di Gabbai è centrato soprattutto sulla testimonianza della senatrice a vita, che ripercorre la sua intera esistenza, passando anche dai momenti più dolorosi della vita della Segre, come l'ultimo saluto al padre.
Italia viva, formazione guidata da Matteo Renzi ha preso posizione sulla vicenda, parlando di un «titolare» - quello del cinema Orfeo - che ha «ceduto al clima d'intimidazione» in una città «aperta e democratica come Milano». Scalfarotto e Noja, entrambi di Iv, hanno chiesto che il docu-film venga fatto vedere in tutti i cinema del capoluogo meneghino. Per i renziani esiste un «atteggiamento» da parte di un «pezzo di società civile» che «contribuisce a creare un senso di isolamento e di stigma nei confronti della comunità ebraica milanese».
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha commentato il clima di questi giorni, segnalando anche un ulteriore episodio d'intolleranza.
«Proprio oggi - ha detto il governatore, esponente della Lega di Matteo Salvini - ho ricevuto un messaggio in cui addirittura un albergatore ha dichiarato che non ritiene graditi eventuali clienti di origine ebraica e questo è inquietante: è la dimostrazione che chi poi cerca di soffiare su queste cose per speculazioni politiche, rischia di creare delle preoccupanti conseguenze che bisogna cercare di spegnere fin dall'inizio».Il dibattito sul come sensibilizzare le giovani generazioni è ancora in corso, a Milano come nel resto della nazione. C'è però una certezza: il docufilm sulla senatrice Segre sarà visto da tanti studenti italiani.
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