Valentina Misseri accusa il padre. E lui: "Cercai di stuprare Sarah"

Sull'onda lunga del delitto arriva la serie Disney

Valentina Misseri accusa il padre. E lui: "Cercai di stuprare Sarah"
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Michele Misseri, tornato il libertà dopo la pena per soppressione del cadavere di Sarah Scazzi, racconta alle Iene delle violenze subite, e mai denunciate, da bambino. Andrà in onda questa sera e dirà davanti alle telecamere di aver tentato di abusare del corpo di sua nipote una volta morta. Ha sempre cercato di prendersi per intero la colpa dell'omicidio ma nessuno gli ha mai creduto, nemmeno di fronte a confessione piena. In carcere, a scontare l'ergastolo dopo l'omicidio del 2010, ci sono la figlia Sabrina e la moglie Cosima. La seconda figlia, Valentina, rompe il silenzio e torna ad accusarlo. Anche lei, neanche a dirlo, in tv: «È stato lui. Ma strasicuro proprio». Lo fa su RaiTre, intervistata da Salvo Sottile. Benvenuti ai processi in prima serata, articolati in una perfetta par condicio sulle emittenti tv. Ce lo insegna Netflix, che si permette di lanciare implicite illazioni sul caso Gambirasio manco fosse la Cassazione. Ce lo confermano Mediaset e Rai. Il filone ormai è quello: il giudice è la telecamera, attenta a zummare incertezze e mezze frasi, e la giuria popolare siamo noi, dal divano. Quale momento migliore per mandare in onda i Misseri se non una decina di giorni dal lancio della nuova serie «Avetrana: questa non è Hollywood», su Disney+ dal 25 ottobre? Nella ricostruzione del caso si denuncerà il circo mediatico che è nato attorno al caso. Ma quel circo, evidentemente, non è ancora finito. «Secondo me lui ci ha provato con Sarah - dice Valentina Misseri a tutta l'Italia che mai è stata convinta della colpevolezza di «zio Miché» - Giustamente lei si è rifiutata. E forse lì mio padre ha temuto che Sarah l'avrebbe raccontato a noi anche per salvarsi o per scappare. Quindi secondo me lui è lì che poi l'ha voluta zittire, l'ha voluta zittire per sempre. Buona parte dell'opinione pubblica pensa che io faccia parte comunque di una famiglia di assassini, quindi comunque io vengo chiamata assassina».

«Io penso a mia madre tutti i giorni cioè appena mi sveglio e quando vado a dormire e non posso chiamarla - ha concluso Valentina Misseri - cioè non posso confidarmi con lei, mi manca proprio un pilastro, è come se fossi orfana come se non avessi più nessuno». L'accusa di Valentina e l'auto accusa di Michele, che continua a professarsi l'assassino, si articolano fra il tasto 3 e 6 del telecomando.

E sta a vedere che nell'«intimità» della tv emergerà pure qualche dettaglio mai verbalizzato durante gli interrogatori. Del resto era stato proprio in tv che Sabrina Misseri aveva tentato la sua prima difesa, recitando la parte della cugina affranta che lanciava appelli per ritrovare la piccola Sarah, sparita da qualche giorno.

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