Mentre ci continuano a ripetere che le leggi a tutela delle donne esistono, e poi in un solo anno, precisamente dal 1 agosto 2020 al 31 luglio 2021, sono state uccise 105 donne da chi diceva di amarle, e il mese di agosto non ha fatto eccezione: il copione continua a ripetersi. Questa volta, per fortuna, cambia l'epilogo grazie al fatto che la vittima, una 36enne, si è accorta della presenza dell'ex fuori dal posto in cui lei lavora. Così ha chiesto aiuto ai carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania che hanno fermato lo stalker. Attendeva la sua preda in auto con un coltello nascosto dentro uno zaino. È accaduto ancora una volta nel Catanese, a distanza di soli pochi giorni dall'omicidio efferato di Vanessa Zappalà, 26 anni, per mano dell'ex Tony Sciuto, 38 anni, che poi si è impiccato. Lo stalker fermato in tempo dai militari dell'Arma è un 33enne originario di Aci Castello, comune in cui è stata uccisa Vanessa. Come Sciuto, anche lui era stato denunciato dalla ex per stalking. Per lui sono scattate le manette per atti persecutori e porto abusivo di oggetti atti ad offendere ed è ai domiciliari.
Vanessa è stata meno fortunata. Questa mattina il suo feretro sarà trasferito dall'obitorio del Policlinico di Catania alla casa in cui viveva a Trecastagni. Lo ha deciso la procura etnea che ha firmato il nulla osta, stabilendo che non sarà effettuata l'autopsia. Vanessa è stata freddata da 7 colpi di pistola calibro 7.65 sparati in testa. Il primo mentre Tony la tratteneva per i capelli, poi si è accanito come un sicario scaricandole i sei colpi in canna mentre lei ormai era esanime a terra. I funerali saranno celebrati domani alle 19 all'aperto, sul sagrato del Santuario dei Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino di Trecastagni. A San Giovanni La Punta sono già stati celebrati quelli di Tony, una cerimonia ristretta ai familiari e alcuni amici. «L'omicidio di mia figlia, i delitti che ci sono stati e quelli che verranno dopo, perché ancora ce ne saranno, possono essere evitati, ma ci vogliono le leggi giuste, quelle stesse leggi che non hanno tutelato mia figlia». Il papà di Vanessa, Carmelo Zappalà, non si dà pace. Quell'uomo aveva spiato Vanessa dalla soffitta di casa, dove si era introdotto per diverse sere utilizzando un duplicato, e la seguiva con un Gps, eppure non è stato fermato. O meglio, Tony era stato arrestato a giugno dai carabinieri e posto ai domiciliari, ma il gip lo aveva rimesso in libertà stabilendo il divieto di avvicinamento a Vanessa. Il presidente dell'ufficio del Gip di Catania, Nunzio Sarpietro, ha dichiarato all'Ansa che il collega «ha agito secondo legge» avendo tenuto in conto anche un riavvicinamento tra i due e ritenendo che «anche se fosse stato agli arresti domiciliari sarebbe potuto evadere e commettere lo stesso il delitto». Il procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, ha sottolineato la necessità di centri di riabilitazione per gli stalker per tentare un recupero. Concorda il papà di Vanessa, ma aggiunge dell'altro: «Per questi stalker, che hanno dei problemi, ci deve essere una struttura dove chiuderli e recuperarli. E se non riescono a curarli, li tolgano dal giro, perché fanno solo danno». Quanto a Tony: «Si è tolto dai piedi e non può fare altri danni.
Anche se stanno per anni in carcere, se non li recuperi poi fanno quello che devono fare lo stesso. Ha tolto la vita a una ragazza di 26 anni, era una persona che non stava bene. È successo e purtroppo succederà sempre».
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