Variante più contagiosa sui non vaccinati. Ma 9 Paesi Ue sono sotto la soglia del 60%

Von der Leyen: "Sarà dominante nel gennaio 2022". I Paesi corrono ai ripari. La Francia a chi arriva dal Regno Unito: test e quarantena

Variante più contagiosa sui non vaccinati. Ma 9 Paesi Ue sono sotto la soglia del 60%

Si sta trasformando in un boomerang, l'attuale constatazione di una variante Omicron dai sintomi più lievi o assenti ma più contagiosa, ribadita anche dall'Ecdc, perché il tutto potrebbe esser contenuto da una massiccia vaccinazione della popolazione. Invece la trasmissione in chi non è protetto rischia di far esplodere i numeri di malati con sovraccarico degli ospedali. Piccole percentuali gravi ma per grandi numeri di infezioni rappresentano un impatto notevole per le strutture sanitarie. «A oggi il 67% della popolazione dell'Ue è vaccinato. Ma 9 Stati membri hanno un tasso di vaccinazione inferiore al 60% - afferma Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea - Omicron rischia di diventare la variante dominante a gennaio 2022. Dobbiamo lavorare sodo per aumentare i tassi di vaccinazione. Abbiamo dosi per tutti».

Se l'attenzione alle norme degli italiani può esser spesso messa in discussione, è però un dato di fatto che al momento i numeri sono migliori di altri a cominciare dalla Germania, la «locomotiva europea» che in un giorno ha inoculato 1.496 milioni di dosi ma circa 1.3 milioni sono richiami e appena 97.400 prime dosi, ovvero il 70% della popolazione è ora completamente immunizzata mentre l'Italia ha da tempo superato l'85%. Quindi la prima raccomandazione resta sempre la stessa: vaccinarsi. Anche perché le nuove ricerche, benché su cellule, continuano a far luce sulle caratteristiche dell'Omicron, che si replica 70 volte più velocemente del coronavirus originale e di Delta nei bronchi, da cui probabilmente l'alta trasmissibilità, ma perde efficienza negli alveoli polmonari, dove la velocità di replicazione è invece dieci volte più lenta rispetto al Sars-Cov-2, da cui dipenderebbero i sintomi più sfumati.

Per i ricercatori dell'Università di Hong Kong la gravità della malattia negli esseri umani non è determinata «solo dalla replicazione del virus, ma anche dalla risposta immunitaria dell'ospite all'infezione, che può portare a una disregolazione del sistema immunitario innato, ad esempio alla tempesta di citochine», e quindi servono gli anticorpi.

Per questo è incoraggiante la notizia dell'azienda Moderna su una dose di richiamo del loro vaccino da 50 microgrammi, che aumenta significativamente la risposta immunitaria contro la nuova variante, sottolineando che ciò è stato osservato nel setting Omicron, presentato da Anthony Fauci. Motivi di speranza non mancano, tuttavia i governi sono tutti in allerta per frenare una eventuale ondata invernale. A farne le spese intanto sembra essere il Regno Unito, che registra un nuovo record di contagi con 88.376 nuovi casi in 24 ore e 146 morti, e massicce cancellazioni degli eventi collegati alle feste di Natale, come il tradizionale pranzo della Regina Elisabetta con i membri della famiglia reale allargata, e un calo delle presenze di spettatori a teatri e cinema e ristoranti. Oltremanica la variante è considerata «la minaccia più grande dall'inizio della pandemia, con una trasmissione stupefacente», secondo Jenny Harries, capo dell'agenzia britannica per la sicurezza sanitaria.

Così non stupiscono i rigidi controlli decisi in Francia per chi arriva dal Regno Unito: test negativo entro le 24 ore dalla partenza; periodo di quarantena; limiti ai viaggi nel paese per turismo.

In più la decisione di anticipare a oggi la riunione del consiglio di Difesa sanitario, per un rafforzamento dei controlli alle frontiere, accelerare la campagna vaccinale anche per i bambini e forse anticipare il richiamo da 6 a 4 mesi.

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