Vendetta degli islamisti. Strage a Gerusalemme. Nella Striscia si fa festa

Spari vicino a una sinagoga: 8 morti. Hamas e Jihad rivendicano. Ucciso il killer: "È palestinese"

Vendetta degli islamisti. Strage a Gerusalemme. Nella Striscia si fa festa

All'indomani del raid nella città di Jenin in Cisgiordania che ha provocato 10 morti, le tensioni restano altissime. Ieri sera almeno 8 persone sono state uccise e altre 10 ferite in una sparatoria nel quartiere di Neve Yaakov a Gerusalemme, vicino ad una sinagoga. Secondo la polizia, il terrorista è arrivato in auto in un edificio adibito a sinagoga nel quartiere a nord di Gerusalemme Est, e ha aperto il fuoco. L'aggressore è poi fuggito a bordo di una vettura verso il quartiere palestinese di Beit Hanina, dove ha incontrato gli agenti. La polizia ha detto che il terrorista è un palestinese residente di Gerusalemme Est ed è stato ucciso dopo aver aperto il fuoco sugli agenti mentre cercava di fuggire a piedi. Mentre a Gerusalemme si contano i morti a Jenin la notizia dell'attacco è stata celebrata con «fuochi d'artificio e spari in aria». «Una operazione eroica», ha definito l'attentato la Jihad islamica. Mentre Hamas ha affermato che si è trattato di una «vendetta per i morti di Jenin». Gli Stati Uniti hanno definito ciò che è avvenuto «spaventoso». Ma nella notte tra giovedì e ieri gruppi palestinesi avevano già lanciato almeno cinque razzi da Gaza verso Israele, e lo Stato ebraico aveva risposto con bombardamenti dell'aviazione sulla Striscia.

La Jihad islamica, appoggiata dall'Iran, ha rivendicato il lancio di razzi da Gaza verso Israele durante una manifestazione a Gaza City che ha attirato migliaia di persone e il suo portavoce Tarek a-Salmi ha precisato che si è trattato di un «avvertimento» destinato ad Israele. «Gli abitanti di Jenin e Gerusalemme sanno che possono confidare su una spada ben salda», ha affermato. L'ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Kassam, ha intanto fatto sapere che nella notte di giovedì la sua contraerea ha aperto il fuoco contro l'aviazione israeliana, mentre essa puntava verso obiettivi a Gaza.

Washington è intervenuta e ha di nuovo espresso preoccupazione per l'escalation della violenza. Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha messo in allerta le forze in Cisgiordania e alla frontiera di Gaza. A Gerusalemme, le preghiere del venerdì alla Moschea di Al-Aqsa sul Monte del Tempio - spesso focolaio di violenze - sono state caratterizzate da sottile tensione, con una forte presenza della polizia. E alcune dozzine di palestinesi al confine di Gaza ieri pomeriggio hanno pure tentato di attraversare la barriera di sicurezza per entrare in Israele.

In questi tragici eventi c'è anche una strana coincidenza. Il direttore della Cia William Burns è giunto in visita in Israele nei giorni scorsi, ma solo ieri la censura ha rimosso il velo di riserbo. Burns è stato ricevuto dal premier Benjamin Netanyahu e dal suo omologo nel Mossad, David Barnea. La radio pubblica Kan ha rilevato che, per comprendere a fondo la linea politica del nuovo governo Netanyahu l'amministrazione Biden ha deciso di inviare in missioni di carattere «esplorativo» prima il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e poi Burns. Nei prossimi giorni è atteso in Israele anche il segretario di Stato Antony Blinken. «Il segretario sottolineerà l'urgente necessità che le parti prendano provvedimenti per ridurre le tensioni», ha affermato il Dipartimento di Stato.

I sondaggi sottolineano come il sostegno al processo di pace abbia raggiunto il minimo storico da entrambe le parti. Nel 2022, circa 250 palestinesi in Cisgiordania e 30 israeliani sono stati uccisi. È stato l'anno più sanguinoso dal 2004.

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