"Ladro, vergogna, tornatene a casa tua". Così mercoledì sera Matteo Renzi, appena sceso col suo Intercity "Destinazione Italia" nella piccola stazione di Conegliano, in provincia di Treviso, è stato accolto da un centinaio di risparmiatori di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza, infuriati per aver perso i loro soldi.
L'ex premier è stato, quindi, costretto a rifugiarsi in un’auto che lo attende col motore già acceso davanti alla porta di un bar. Ma non solo. Renzi proveniva da Casarsa Della Delizia, comune del Friuli Venezia Giulia dove aveva reso omaggio alla tomba di Pier Paolo Pasoli e anche lì era stato contestato da una coppia mentre stava salendo sul treno. Mentre il treno si avvicina a Conegliano, tra le forze dell’ordine che scortano l’ex premier sale la tensione quando, si legge sul Corriere del Veneto, si sparge la voce che ad aspettarlo, oltre ai sostenitori del Pd, in stazione ci sarebbero anche dei risparmiatori inferociti. Renzi, a questo punto, scende velocemente, attraversa il sottopassaggio e risale in un tripudio di bandiere dem e applausi, sovrastati, però, dalle proteste degli azionisti sul lastrico. Un anziano signore con le lacrime agli occhi lo ferma per chiedergli aiuto e Renzi accetta di parlare con lui ma viene accerchiato da una bolgia di fischi e urla.
Scoppia un parapiglia tra i contestatori e i sostenitori del segretario del Pd che, una volta allontanatosi, si difende così: "Mi fa ridere che veniamo contestati io, il Pd e il mio governo. Rivendico che con il decreto abbiamo salvato i correntisti che altrimenti sarebbero rimasti a secco, ma anche la nostra battaglia contro chi doveva vigilare e non l’ha fatto".
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