«Esterrefatto». L'aggettivo scelto dal sindaco di Venezia Luigi Brugnaro per commentare la sua iscrizione nel registro degli indagati è già di per sé una dichiarazione di intenti. Il primo cittadino lagunare vuol chiarire di ritenersi del tutto estraneo ai fatti contestati nell'indagine che ha portato all'arresto del suo assessore alla mobilità, Renato Boraso, e di non aver nulla da nascondere nelle trattative per la vendita dei «Pili», quell'area di diversi ettari che Brugnaro aveva comprato un decennio prima di diventare sindaco e sulla quale era stata avviata una trattativa per la cessione all'imprenditore di Singapore Chiat Kwong Ching.
Per gli inquirenti, il sindaco per quell'affare da 150 milioni avrebbe promesso tra l'altro varianti urbanistiche e un raddoppio dell'indice di edificabilità, cose che Brugnaro ha negato già due giorni fa, a caldo. Per ribadire, poi, di aver «fatto sempre gli interessi della città». Anche il suo legale, Alessandro Rampinelli, ieri ha ribadito la «mancanza di senso» dell'iscrizione del sindaco nel registro degli indagati: «Non capiamo perché Luigi Brugnaro sia indagato ha spiegato - non ci sono state perquisizioni e sequestri, abbiamo ricevuto solo una pagina e mezza di avviso di garanzia e, come da procedura, non ci è stata consegnata alcuna altra carta». Brugnaro, oltre a ribadire la propria innocenza, ieri ha anche organizzato un vertice per fare il punto sugli ultimi eventi con la sua maggioranza Fi, Fdi, Lega e Lista Brugnaro - convocata nella sede della municipalità di Mestre. Nel faccia a faccia, il sindaco ha assicurato che «si va avanti», senza passi indietro o di lato. Ma Brugnaro intende affrontare la questione anche in comune. «Sarò io stesso a chiedere di inserire all'ordine del giorno la questione, in uno dei prossimi Consigli Comunali ha spiegato ieri - per riferire a voi consiglieri e a tutta la città non tanto sulle questioni giudiziarie, che a questo punto saranno affrontate nella sede loro propria, quanto sulle questioni di natura politica e amministrativa collegate ed inerenti all'indagine stessa». Ieri, però, il primo cittadino non era in consiglio. La sua assenza era prevista, e Brugnaro ha deciso di non cambiare programma anche per «non trasformare l'aula in un campo di battaglia». Nell'indagine, il sindaco è stato anche intercettato. È successo a marzo 2023, quando Brugnaro ascoltato dagli inquirenti affronta il suo assessore Boraso per le strane voci sul suo conto: «Tu non capisci un c... Mi stanno domandando anche a me che tu domandi soldi. Tu non ti rendi conto, rischi troppo...». Il tutto avviene a ridosso di un contatto tra un imprenditore interessato a una licenza per un parcheggio, il «Park 4.0» e l'assessore ora in carcere.
E Boraso, proprio a proposito di quel progetto, in un'altra intercettazione sembrava giocare su un tavolo diverso da quello del Comune, suggerendo una causa milionaria contro l'amministrazione per la quale «in teoria», come scrive la procura, lavorava: «Bisogna fare una causa di 10 milioni di euro di danni al Comune, che ci ha preso per il c... come ho sempre detto».
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