Il treno delle 9 e 23 che parte da Codroipo e va a Venezia è pieno. Bisogna prendere quello dopo. Venezia riparte. È piena di gente. Per chi l'ha vissuta durante il lockdown, le immagini dei turisti che affollano le calli sembrano fantascienza. Il ritorno al futuro. Il preludio, si spera, di quello è stato, di quello che verrà.
Arriviamo a Venezia che è quasi mezzogiorno. In stazione la gente scalpita per vedere questa Venezia quasi nuova. Sul Ponte degli Scalzi da tempo non si vedevano le persone in fila per fare le foto, per immortalare quel vaporetto che passa di sotto, per cogliere quell'attimo che resta dentro, quella luce particolare da riguardare la sera di notte quando torni a casa. In giro i bar sono pieni. I tavolini all'aperto popolano le calli che fino a poche settimane fa erano vuote.
I titolari di bar e ristoranti si sono attrezzati. In giro ci sono famiglie, coppie per mano, bambini, passeggini, figli che corrono dietro ai piccioni; ci sono combriccole, compagnie di ragazzi, ragazze, adulti, tutti a condividere l'aperitivo, il pranzo. Molti negozi sono vuoti, sfitti, chiusi; altri invece hanno riaperto, in giro abbondano sconti. I negozi di souvenir si sono rimpinzati.
Venezia oggi è un'esplosione di energia, di colori, di baldacchini ambulanti che vendono cappelli, maschere, gondole di legno. C'è gente che fotografa ogni dove, ogni angolo, come non fosse mai esistito. Quanto tempo passato a sognare questa Venezia, a volerla ricalpestare tutta. E quanto tempo prima del covid, quando ci immergevamo nella bolgia, in quella massa di gente simile a una nuvola, dove anche i monumenti passavano inosservati e i particolari erano invisibili. Ora no. Ora si può.
Ora la gente sta all'aperto; perfino i giovani davanti San Marco guardano l'arte, i merletti, i mosaici dorati splendenti alla luce del sole. Anche il Caffè Florian ha riaperto i battenti. Piazza San Marco non è piena come una volta ma abbastanza. In gondola invece ci vanno in pochi. «Mancano i turisti - ci dice un gondoliere - quelli pieni di soldi. Del lavoro di prima è rimasto il 20 per cento».
Ma in giro. In giro è tornata l'invasione delle calli, la musica in strada, la gente che si diverte e che mangia. Sabato, secondo i dati della Smart control room, a Venezia sono arrivati in 34mila: 16mila veneti, 14mila italiani da fuori regione e 4mila stranieri. Alcuni hanno popolato anche il Lido e Pellestrina. Per evitare scene di assembramento il sindaco Luigi Brugnaro ha firmato un'ordinanza anti movida che prevede che i luoghi a rischio affollamento possano essere transennati. Ci avviamo verso casa, Venezia oggi l'abbiamo scarpinata tutta.
In giro le persone sedute sugli sgabelli condividono un drink. Ci si spoglia. Fa caldo. La sigaretta accesa. La musica a palla. Il vociare dei bambini, quel chiasso che tanto ci era mancato. In treno troviamo una famiglia di Milano. Venezia è bella. Troppo per restarsene a casa.
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