Le ultime misure varate dal governo Conte hanno fatto sorgere tensioni sociali in varie città e hanno gettato nel panico e nello sconforto intere categorie produttive. Le contraddizioni dell'ultimo Dpcm sono tante e la luce in fondo al tunnel sembra lontana. Ecco cosa ne pensano gli scrittori Massimo Fini e Marcello Veneziani per la rubrica Il Bianco e il Nero.
Cosa pensa dell'ultimo DPCM? Stiamo entrando in una "dittatura sanitaria"?
Fini: "Assolutamente sì, nel senso che nessun dittatore, nemmeno Mussolini, nemmeno Hitler, nemmeno Caucescu aveva sequestrato la gente in casa come invece oggi sta avvenendo. È una dittatura particolarmente fastidiosa perché viene sotto il nome di democrazia, se deve essere così, meglio un dittatore e la facciamo finita con questa ipocrisia".
Veneziani: "Siamo entrati in una dittatura sanitaria globale da marzo scorso e non ne siamo usciti. Una dittatura attenuata dall’incoerenza e dall’inefficienza. Il regime instaurato è la paurarchia, potere fondato sul terrore della malattia. Peraltro il modello cinese di riferimento inquieta".
Le proteste di Roma e di Napoli contro lockdown che valore hanno? LeI le condivide?
Fini: "Condivido e siccome ritengo questa una dittatura al dittatore si può rispondere in maniera violenta, è vero che in mezzo ci saranno mafiosi, camorristi etc etc, però credo che ci siano anche cittadini del tutto normali".
Veneziani: "Hanno valore di sintomi di un più vasto e comprensibile malessere. A parte le infiltrazioni violente, sono spie indicative del malessere popolare. Detto questo, nessuna ribellione di piazza, nessun masaniello produce cambiamenti che migliorano il quadro generale".
De Luca ha detto che in quella piazza c'erano pezzi di camorra, pezzi di centri sociali, pezzi di fascisti e pezzi di m... Non le pare un'analisi un po' riduttiva?
Fini: "È una lettura riduttiva perché sicuramente questi elementi ci sono ma ci sono anche persone esasperata, normali che non fanno parte né della camorra né della mafia e in quanto ai centri sociali mi pare che siano legittimi in quanto tali".
Veneziani: "De luca si è bevuto il cervello, ha fatto il guappo e’cartone quando il covid colpiva a nord, vantando la Salute Campana. Poi alla prova dei fatti ha mostrato che era tutta apparenza e guapparia".
Quali sono le colpe, le mancanze o le responsabilità del governo e delle Regioni?
Fini: "L'errore sta in partenza e cioè l'aver voluto contenere a tutti i costi il virus, è ovvio, io l'avevo previsto dall'inizio, che appena allenti un attimo la pressione, la molla ti scatta e ti porta verso dove eri prima, quindi c'è questo continuo stop and go, se vogliamo semplicemente pensare ai ristoratori, ma vale per tutti gli imprenditori, tu rimetti in sesto le cose perché ti dicono che riapriranno, poi effettivamente riaprono ma poco dopo richiudono, e quindi tutti i soldi che hai speso per metterti a norma te li puoi ficcare nel culo in sostanza".
Veneziani: "La colpa principale è aver generato allarme, facendo ricadere ogni responsabilità sulla condotta dei cittadini, senza aver attrezzato nulla a livello sanitario e strutturale in questi mesi. E continuano ad addossare tutto il contagio alle scelte private (movida, bar, ristoranti) non vedendo le più gravi carenze pubbliche (trasporti, scuola, infrastrutture, medicina territoriale). Stanno dando una lettura etica anziché una risposta pratica efficace".
Conte ha detto che se fosse dall'altra parte sarebbe arrabbiato pure lui, cos'è una presa in giro o una velata ammissione di colpevolezza?
Fini: "No, non è una presa in giro. Conte, avendo seguito questa linea di contenimento del Covid, va avanti di conseguenza solo che la risposta in generale è totalmente sproporzionata al pericolo perché i morti per Covid sono lo 0,15% della popolazione italiana, poniamo pure che se non avessi fatto il contenimento fossero stati il doppio. Le faccio il parallelo con i morti di tumore all'anno che sono 193mila. Bene, se tu non contenevi il Covid i morti sarebbero stati quintuplicati e sare100mila? Sempre al di sotto di quelli per tumore. Se ogni giorno pubblicassimo quelli morti per tumore avremmo lo stesso effetto devastante sulla psicologia delle persone. Vede, noi nel '57-60 abbiamo avuto l'asiatica che era aggressiva quanto il Covid eppure mon solo non abbiamo fatto il coprifuoco, ma nessuna delle misure messe in atto adesso.
Secondo me c'è un impazzimento generale che non riguarda il governo Conte, ma il cambiamento di mentalità dei cittadini per cui la morte, anche ipotetica come questa, non viene accettata. Noi eravamo abituati all'idea che prima o poi si muore".Veneziani: "Rientra nel suo piacionismo avvocatesco, demagogia ruffiana di un parolaio del nulla".
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