"Vergogna". Ora è bufera su Conte e i talebani "buoni"

La politica reagisce alle frasi di Conte sul dialogo con i talebani. Coro animato di polemiche contro la linea grillina in politica estera

"Vergogna". Ora è bufera su Conte e i talebani "buoni"

Una bufera si è abbattuta sul presidente del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Conte, dopo la presa di posizione relativa alla situazione afgana.

L'ex premier giallorosso e gialloverde, come abbiamo riportato in questo articolo, si è espresso così sul da farsi per risolvere la situazione, che è drammatica: "Quello che è certo - ha detto ieri l'avvocato originario di Volturara Appula, come riporta la Lapresse - è che adesso abbiamo solo le armi della diplomazia, del sostegno economico e finanziario e dobbiamo coltivare un serrato dialogo col nuovo regime, che appare, quantomeno a parole, da alcuni segnali che vanno tutti compresi, su un atteggiamento abbastanza distensivo". Dunque per il leader grillino, bisogna dialogare con i talebani. A questa frase, è seguito un coro di polemiche scandalizzate.

Sul tema è intervenuto pure il Partito Democratico, con le dichiarazioni di Pina Picierno, che siede su uno scranno di Strasburgo e Bruxelles:"Cosa pensa Di Maio riguardo apertura vergognosa di Conte ai Talebani? Nessun dialogo con chi calpesta diritti fondamentali, perseguita donne, tortura e uccide oppositori, spara a raffica su folle inermi. Non tutti i valori sono negoziabili", ha tuonato l'esponente del Pd. La Picierno ha detto la sua via Twitter. E il ministro degli Esteri Di Maio si è parzialmente smarcato da Conte, quando, al ministeriale degli Esteri al G7, ha affermato che i talebani vanno giudicati "dalle loro azioni" e non "dalle parole", così come sottolineato dall'agenzia Nova. Ma quella del Pd non è l'unica voce che si è levata in questi minuti.

Per Italia Viva, dopo l'intervento di Luciano Nobili, ha detto la sua pure il viceministro Teresa Bellanova, così come riporta l'Agi: "Dai gilet gialli alla via della Seta, da Maduro a Donald Trump, dagli 'amici libicì ad oggi i talebani. Per i 5 Stelle e il loro leader Giuseppe Conte quando si parla di politica estera più che uno vale uno, mi pare valga la regola di uno vale l'altro". Insomma, Giuseppe Conte non avrebbe una posizione ferrea in politica estera, per usare un eufemismo. E la Bellanova si è voluta soffermare su quali siano state le forze con cui il MoVimento ha dialogato nel corso di questi anni. Per quanto vada specificato che, nel caso dei talebani, i grillini abbiano suggerito di dare vita ad una dialettica.

Vittorio Sgarbi, dal canto suo, ha fatto presente che - come ripercorso da Repubblica - "mentre da Kabul arrivano le prime notizie di rastrellamenti casa per casa da parte dei talebani, di donne che fuggono e si nascondono per paura di ritorsioni, di spari sulla folla, di bambini terrorizzati che cercano riparo all'aeroporto, il leader dei 5 Stelle, sempre più imbarazzante, auspica "un dialogo serrato con i talebani, il regime si è dimostrato distensivo"". E ancora: "La sua posizione è quella della Cina - ha aggiunto Sgarbi -. Non c'è che dire: da avvocato del popolo ad avvocato dei talebani è un attimo". Sgarbi ha usato l'aggettivo "vergognose" per definire le dichiarazioni in Conte in merito alla necessità di un dialogo da intraprendere con i talebani.

La questione continuerà a far discutere. Benedetta Frucci, opinionista, ha detto la sua via Twitter: "Dobbiamo coltivare un serrato dialogo con il nuovo regime (i Talebani) che appare almeno a parole su un atteggiamento abbastanza distensivo”. Giuseppe Conte, il punto di riferimento dei progressisti, ha parlato. Era meglio se stava zitto. #senzavergogna". Per la Frucci, se Conte non avesse proferito parola sulla crisi afgana, sarebbe andata meglio, dunque.

Nel frattempo, la bufera si sta spostando anche sul lato televisivo. Sempre Italia Viva ha incalzato su quanto sta avvenendo dal punto di vista mediatico. Stando a quanto ripercorso dall'Adnkronos, Michele Anzaldi, che è il segretario della commissione di Vigilanza Rai, oltre ad essere deputato del partito guidato da Matteo Renzi, ha accusato di censura il Tg1: "Il Tg1 - ha scritto il deputato su Facebook - censura l'imbarazzante uscita di ieri sera di Conte che vuole dialogare con i talebani: l'edizione delle 13.30 ha totalmente oscurato sia la notizia sia il sonoro del leader M5s a Ravello, trasmesso invece da tutti gli altri tg. Quanto ancora può andare avanti questa disinformazione sulla tv pubblica?", si è domandato l'onorevole. E ancora: "Che aspettano i nuovi vertici Fuortes-Soldi a intervenire e far tornare il giornalismo in Rai?", ha chiosato.

Il vicepresidente del Senato ed ex ministro Roberto Calderoli si è domandato se Conte abbia intenzione di "dialogare con i tagliagole". Ma il leghista si è pure interrogato, in generale, sulla credibilità di Conte: "Il fatto che l'avvocato Giuseppe Conte propugni il dialogo con i Talebani e li riconosca come interlocutori, riconoscendo anche 'l'emirato islamicò - ha dichiarato, come riporta l'Agi - , la dice lunga su quanto erano basse l'autorevolezza e la credibilità in politica estera dell'Italia fino a sei mesi fa...

Per dialogare bisogna essere in due, ma Conte ha capito che per questi qui l'unica legge è la shaaria islamica? Ma ha visto cosa stanno facendo in questi primi giorni? Dobbiamo dialogare con questi taglia gole? Non ho davvero parole...".

In serata, è arrivato un mezzo passo indietro di Conte che ha specificato come per "serrato dialogo" volesse intedere "pressione". L'ex premier sostiene che le sue parole siano state strumentalizzate.

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