«È ingiusto che non possa essere premier ma ho deciso di non scegliere la mia posizione. Non dovrebbe essere così in una democrazia». Così il leader dell'estrema destra olandese Geert Wilders, vincitore delle ultime elezioni, annuncia che abbandonerà le sue aspirazioni di diventare premier per spianare la strada a un governo misto politico-tecnico, dato che Wilders non ha ottenuto il sostegno degli altri partiti della coalizione. Le 4 formazione coinvolte nei negoziati - il Pvv, i liberali del Vvd del premier uscente Mark Rutte, il Movimento civico-contadino Bbb e il Nuovo contratto sociale - potrebbero optare per un governo «extraparlamentare» dopo quattro mesi di tentativi infruttuosi di arrivare a un accordo.
Al voto del 22 novembre scorso, il partito di Wilders aveva trionfato, conquistando 37 dei 150 seggi del Parlamento ma quasi quattro mesi dopo il nuovo governo olandese si farà senza di lui. I media olandesi sostengono che un governo di tecnocrati - composto da esperti esterni alla politica, con i leader dei 4 partiti che resterebbero fuori - è il prezzo che il centrista Nsc ha chiesto per poter sostenere un governo dominato dagli estremisti del Pvv. Così, tutti i quattro leader della coalizione, compreso lo stesso Wilders, hanno deciso di non accettare incarichi ministeriali. Le trattative in parlamento vanno avanti. Secondo quanto filtra tra i negoziatori, l'ipotesi più accreditata è che si trovi una distribuzione nel governo «per esempio, 50% di persone con legami politici e 50% di persone esterne» al mondo politico, spiegano gli incaricati di trovare una soluzione.
A supervisionare le trattative è l'ex senatore socialdemocratico Kim Putters che si è detto felice che «si possa fare un passo avanti verso un nuovo governo», cercando una soluzione mista che lui stesso ha definito saggia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.