Colazione da Giorgia, menu leggero, piatto forte la Finanziaria. «Perfetta sintonia su tutto», racconta all'uscita Antonio Tajani, infatti gli argomenti scabrosi o divisivi restano fuori dal tavolo.
Non si parla di Rai né della stretta sull'immigrazione caldeggiata dalla Lega, e Forza Italia rimanda la battaglia sullo ius scholae: «Non voteremo gli emendamenti al decreto sicurezza, serve prima un confronto».
Solo qualche accenno su politica estera e l'Europa, per il resto le due ore dell'incontro vengono assorbite dalla legge di bilancio e dalle prossime scadenze presentate da Giancarlo Giorgetti. Tante idee: flat tax, pensioni minime irrobustite, esenzioni per chi assume, premi alle mamme. Soldi pochi. «Tutto non si potrà fare», avverte il ministro dell'Economia. Si va verso una manovra «seria ed equilibrata» e senza bonus. Alla fine la Meloni (foto) è soddisfatta. «Abbiamo fatto un buon lavoro, ci stiamo occupando dei problemi reali degli italiani».
Insomma, «clima disteso» e un vertice di maggioranza «fluidificante», raccontano a Palazzo Chigi. Al pranzo sono presenti i due vicepremier Salvini e Tajani, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e Giorgetti impegnato a rintuzzare le richieste dei partiti e, si legge in una nota, «illustrare la situazione dei conti pubblici e le nuove procedure di bilancio alla luce del recente Patto europeo», che dopo la pausa Covid ha riattivato i vincoli di spesa. La tabella di marcia è piuttosto serrata e prevede che il piano strutturale italiano per rientrare dal deficit venga approvato entro il 20 settembre, giorno in cui deve essere depositato presso la Commissione Ue. Un Consiglio dei ministri il 17 dovrebbe definire il testo finale. La buona notizia è la crescita delle entrate tributarie: tra gennaio e luglio ci sono in cassa 19 miliardi in più. Nel corso della riunione, prosegue il comunicato di Palazzo Chigi, «è stata riaffermata la volontà di proseguire nel solco di una politica di bilancio responsabile, confermando quanto di buono è stato fatto», cioè la riduzione del cuneo fiscale, «verificando cosa di nuovo può essere attuato concentrando tutte le risorse a disposizione sulle priorità già indicate»: famiglia, imprese, giovani, natalità.
Non c'è spazio sembra per mettere mano alle pensioni. L'obiettivo «è mettere definitamente la parola fine alla stagione dei bonus, che hanno dimostrato di non produrre alcun risultato». Quanto alle linee guida della manovra, spiega Tajani in serata ad un evento della Confartigianato, «o si stringe la cinghia o si punta sulla crescita, rispettando determinate regole di serietà».
Per il ministro degli Esteri la seconda opzione «è quella giusta, perché la politica di crescita e l'unica che ci consente di ridurre il debito pubblico» come richiesto da Bruxelles.
Perciò il governo «deve profondere tutti gli sforzi per mantenere quanto fatto l'anno passato, a cominciare dal taglio del cuneo fiscale» e passando semmai per le aliquote Irpef. «Forse qui bisogna fare qualcosa di più. La proposta di Forza Italia e di abbassarle dal 35 al 33% e di creare una no tax area fino a 12mila euro di reddito».
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