"Task force cancellata". Iv vince il primo round e firma tregua finta

Al vertice a Palazzo Chigi, la Bellanova congela le dimissioni sue e della Bonetti: gli italiani stiano tranquilli, siamo leali verso il governo. La crisi per ora è scongiurata, ma su Mes e servizi segreti i renziani non vogliono arretrare

"Task force cancellata". Iv vince il primo round e firma tregua finta

È una pace finta, quella siglata ieri a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Italia viva. Dopo quasi tre ore di colloquio, a tratti con toni grotteschi e freddi, Conte porta a casa la firma della tregua: nessuna crisi di governo sotto l'albero.

Gli uomini dell'ex rottamatore vedono il bicchiere mezzo pieno: incassano la retromarcia del premier sulla task force e ottengono la promessa di maggior collegialità nella stesura del Recovery plan italiano. Nessun può cantare vittoria; in fondo lo strappo e il rischio del voto anticipato erano due scenari che entrambi hanno voluto evitare. Al termine del faccia a faccia, il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova, capo delegazione Iv, sottolinea il passo in avanti: «Il 7 dicembre abbiamo fatto una riunione in cui Conte ha parlato un'ora e 27 minuti sulla governance. Poi ha dato la parola ad Amendola dicendo che in 10-15 minuti avrebbe dovuto parlare del merito. Poi ci siamo aggiornati. Ora quella proposta, illustrato per un'ora e 27 minuti, non c'è più sul tavolo. E si comincia a discutere sul merito. Perciò è un passo avanti». Per la ministra renziana «il governo deve stare sereno se fa le cose. Se no è inutile. Finalmente Conte ha preso atto che le proposte di Italia viva sono positive».

La parola dimissioni viene ritirata dal tavolo. Segnale di un cambio di clima. Almeno all'apparenza. «Qui il problema non è se le ministre Bonetti e Bellanova danno le dimissioni. Il problema è come lavorare nell'interesse del Paese», puntualizza il ministro dell'Agricoltura. Ad accompagnare Bellanova tutto lo stato maggiore Iv (tranne Renzi): il ministro alle Pari opportunità Elena Bonetti, Ettore Rosato, i capigruppo di Camera e Senato, Maria Elena Boschi e Davide Faraone, e il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Luigi Marattin. Non è andato tutto liscio.

Non sono mancati momenti di tensione tra Bellanova e Conte quando è stato toccato il tasto sull'emendamento alla legge di Bilancio per istituire la cabina di regia. E anche attimi al limite del grottesco quando il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha ammesso candidamente di non aver letto il piano.

Da Palazzo Chigi fanno sapere che «Italia viva ha preso qualche giorno di tempo per esaminare la documentazione illustrata nel corso dell'incontro con il premier Giuseppe Conte. Già lunedì faranno pervenire un loro contributo di sintesi così come le altre forze politiche. Subito dopo partiranno i tavoli di confronto». Percorso confermato dal ministro Bellanova: «Nei primi giorni della prossima settimana arriverà la risposta di Conte al documento che Iv gli farà avere a breve sul Recovery plan». Ma restano aperti e irrisolti alcuni dossier: Mes e servizi segreti. Sul fondo salva Stati, da utilizzare per la sanità, i renziani restano in assetto di guerra: «Italia viva chiede al premier di considerare la linea di finanziamento del Mes per la sanità. Se continuano ad esserci 9 miliardi sulla sanità, perché non si riflette sulla possibilità di mettere in campo i 36 miliardi del Mes che hanno anche meno condizionalità del Recovery». Ad accompagnare la vigilia dell'incontro tra Conte e Iv era arrivata l'e-news dell'ex premier Matteo Renzi: «La palla adesso è nelle mani del premier, dipende solo da lui dare risposte all'Italia, non a Italia viva. Hanno scritto che vogliamo poltrone. Hanno scritto che siamo irresponsabili. Hanno scritto che facciamo tattica. Hanno scritto, ma, come spesso accade, non hanno letto. Non l'hanno letta, la nostra lettera a Giuseppe Conte» scrive il leader Iv. «Altrimenti - attacca - avrebbero scoperto che in quelle poche pagine non si parla né di poltrone, né di rimpasti».

In serata, al termine della due giorni di incontri del premier con le forze di

maggioranza, Bellanova lancia altri segnali di distensione: «Gli italiani possono stare tranquilli: da parte nostra c'è un rapporto leale e franco con il governo per risolvere i problemi del Paese». Quando durerà la tregua?

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