Vespa ride tra i litiganti: boom di ascolti

Confronto tra i due Matteo da record. Seguito da 3,8 milioni di spettatori

Vespa ride tra i litiganti: boom di ascolti

Chi ha vinto tra i due Matteo? Il preparatissimo e spigoloso Renzi o il bonario (per una sera) e meno sciolto su norme e dati Salvini? Dall'altra sera il dibattito è aperto e le fazioni dei due leader si scannano via social per stabilire chi ha segnato di più. Il futuro, nelle urne, forse ci darà il vero responso.

Intanto un vincitore c'è di sicuro, acclarato dai numeri Auditel: di nome non fa Matteo, ma Bruno. Perché Porta a porta martedì notte ha fatto il record di 3.808.000 telespettatori, con uno share del 25,41%. Un risultato altissimo, soprattutto se si considera che è andato in onda quasi alle 23, quando la maggior parte degli spettatori vanno a dormire e che la curva degli ascolti è arrivata a toccare il 34 per cento (quando si discuteva di quota 100). Un evento destinato a rimanere negli annali della televisione pubblica.

Certo, il furbissimo Vespa, ha scelto bene la serata per sferrare il confronto tanto atteso tra i due politici, in coda a un match della Nazionale, che pur non essendo una partitona (contro il Liechtenstein), ha catalizzato quasi sei milioni di spettatori. Ma scegliere bene è un merito. Come quello di lasciare divampare lo scontro tra i due Matteo che se le sono date di santa ragione, senza nemmeno incalzarli troppo. Gli è bastato dire «buonasera» e mostrare i volti imberbi e arruffati dei due protagonisti da giovani (senza dimenticare di ricordare che da 13 anni non avveniva un duello simile sulla televisione pubblica) e via la miccia si è incendiata. Lui ha fatto l'arbitro, rimanendo sullo sfondo con il volto impenetrabile, intervenendo ogni tanto in maniera scientifica per riattizzare le braci o per sviluppare meglio qualche argomento.

Ovviamente gongolante, il presentatore ha così giudicato la sfida parlando a Un giorno da pecora su Radio 1: «Ognuno giocava la sua partita, non erano uno contro l'altro. Renzi attaccava Salvini per compiacere il pubblico della sinistra, che invece se ne buggerava completamente e parlava al suo pubblico, il pubblico della campagna elettorale. Alla fine si sono salutati con molta cordialità». «Tutti e due - ha continuato - mi hanno telefonato o scritto per ringraziarmi, perché sono rimasti molto soddisfatti. Così come sono soddisfatto anche io, soprattutto perché è andata bene e nessuno dei due ha detto che ci sono state scorrettezze».

Dunque, alla fine dei conti, il duello si è rivelato un successo per la Rai, per Vespa e pure per i due contendenti. Per questi ultimi il motivo è chiaro: il Paese guarda a entrambi come i leader del futuro. Per la tv di Stato, che ha cominciato una stagione autunnale segnata dal grigiore e dal calo dei punti di share, invece è stato come un raggio di luce. Non solo perché si è aggiudicata l'evento a cui tutte le altre tv davano la caccia, ma anche perché se lo è giocato bene, dando prova, nonostante tutto, di fare ancora un servizio pubblico degno di questo nome. Ma il vero successo resta per Vespa. Da anni il giornalista difende strenuamente il suo spazio, la seconda serata del primo canale, da tentativi di sottrazione.

In molti hanno provato a spingerlo delicatamente verso la meritata pensione, ma lui è il tipo che resta in scena, sul palco, per sempre. E questi numeri, questo tesoretto che ha guadagnato, lo metterà sul piatto al prossimo tentativo di mandarlo ai giardinetti.

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