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"Vice-dibattito" senza scossoni Riflettori sulla mosca di Pence

Confronto civile (e sul Covid) con la Harris. Delirio social per l'insetto in testa al numero due di Donald

"Vice-dibattito" senza scossoni Riflettori sulla mosca di Pence

Una mosca impertinente, posatasi indisturbata per due minuti e tre secondi tra i candidi capelli di Mike Pence, è diventata la star involontaria dell'atteso «vice-dibattito» dell'altra notte a Salt Lake City tra il numero due di Donald Trump e la badante politica di Joe Biden, Kamala Harris. A dare sostanza al sospetto che il livello del confronto non sarebbe stato eccelso ha provveduto non tanto la sciocchezzopoli social, che si è scatenata con l'immancabile ondata di commenti inutili e fatui, quanto lo stesso Biden, che non ha saputo resistere alla tentazione di sfruttare l'assist fornito dall'insetto. E così anche il 77enne candidato democratico alla Casa Bianca, invece di «stare sul pezzo» parlando di politica, ha preferito farlo pubblicando in rete un suo scatto con uno scacciamosche in mano, corredato dall'invito a sostenere la sua campagna «scaccia mosche e bugie» con cinque dollari. Povera America.

Mosche a parte, il confronto tra Pence e la Harris ha avuto se non altro il pregio che era mancato la settimana scorsa tra Biden e Trump: quello della buona educazione. I contendenti, separati da una barriera in plexiglas trasparente, hanno rispettato l'esplicita richiesta della moderatrice Susan Page, giornalista di Usa Today, di dar vita a un dibattito «civile». Pence ha avuto dunque la galanteria di definire storica la candidatura della sua sfidante, prima donna di colore a correre per la vicepresidenza degli Stati Uniti, assicurando che «essere qui con lei è un privilegio», mentre la Harris ha evitato gli attacchi personali a un Trump ancora ammalato di Covid e più in generale i toni aggressivi che spesso la caratterizzano, anche per cercare di smentire l'etichetta di «donna nera arrabbiata» che i repubblicani le appiccicano addosso.

Toni misurati e rispetto dell'avversario, quindi, ma ciò non significa che la battaglia non ci sia stata. Su Covid, tasse, aborto, clima, disordini razziali ed energia Pence e la Harris se le sono date di santa ragione. La pandemia, soprattutto, è stata terreno di scontro acceso. Qui la vice Biden ha attaccato fin dall'inizio, evidenziando i fallimenti di Trump e tuonando che «gli americani sono stati testimoni, con 210mila morti e sette milioni e mezzo di casi, del più grosso fallimento di un'amministrazione presidenziale nella storia del nostro Paese». Pence, ovviamente preparato a questo affondo, ha replicato con calma che «il presidente ha messo la salute degli americani al primo posto e ha fatto ciò che nessun presidente ha mai fatto, promuovendo la più grande mobilitazione dalla seconda guerra mondiale in termini sanitari», per poi annunciare l'arrivo entro fine anno del vaccino anti Covid.

In

sintesi finale, Pence è parso più sulla difensiva della sua avversaria e un sondaggio lampo della Cnn (peraltro schieratissima con i democratici) ha assegnato la vittoria a Kamala Harris con 59 punti percentuali contro 38.

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