"Vicino un golpe anti-Putin degli 007"

Le mail di un agente russo: "C'è caos e malcontento". Ma gli analisti sono prudenti

"Vicino un golpe anti-Putin degli 007"

Il disastro della guerra e il disagio dei siloviki, gli «uomini della forza», il gigantesco apparato repressivo che governato la Russia. E dall'altra parte il perfetto sistema di potere messo in piedi da Vladimir Putin: un equilibrio di pesi e contrappesi, in cui i servizi si controllano l'uno con l'altro, non c'è nessuno in grado di catalizzare rivolte di palazzo e il destino di ciascuno dipende solo dalla volontà dello zar.

Con questi elementi bisogna fare i conti per valutare le voci di un possibile golpe da parte degli «007» russi che nelle ultime ore hanno fatto il giro del mondo. Indiscrezioni mischiate a una buona dose di speranza, innescate anche da un pugno di mail scritte da un funzionario del Fsb, l'ex Kgb. A riceverle un dissidente russo che vive in Francia dal 2015, Vladimir Osechkin, fondatore del progetto gulagu.net, che monitora i casi di repressione in Russia. Nei messaggi l'informatore, considerato attendibile, parla di caos e malcontento tra le file degli uomini dei servizi di sicurezza. Di giudizi taglienti sulla guerra, vista come una «catastrofe» e un fallimento totale, di timori per le conseguenze. Al Times di Londra Osechkin ha spiegato così il clima descritto dal suo interlocutore: «Per vent'anni Putin ha creato stabilità. Chi era interno al sistema ha potuto vivere bene. Ma ora tutto ciò è perduto. Gli interessati si rendono conto che la guerra è una catastrofe per l'economia, per l'umanità. Non vogliono tornare ai tempi dell'Urss. E ora non possono più andare in vacanza nelle loro ville in Italia e portare i loro figli a Disneyland».

La fibrillazione è reale e testimoniata dalle notizie trapelate. Nei giorni scorsi un paio di uomini dell'Fsb sono stati messi agli arresti domiciliari. Lo stesso è accaduto a un generale della Guardia nazionale. Le case di una ventina di «spie» sarebbero state perquisite. Ieri si è avuta notizia di un reparto della Guardia nazionale, 12 uomini in tutto, che in blocco hanno rifiutato di andare a combattere in Ucraina. Putin da parte sua è furibondo per la resistenza nel Paese invaso: pare fossero stanziate somme rilevanti per corrompere politici e militari locali. I risultati non si sono visti (da qui l'accusa di appropriazione per alcuni degli accusati). Secondo Andrei Soldatov, tra i maggiori esperti dei servizi di sicurezza, a far infuriare il boss del Cremlino è anche la constatazione che i servizi segreti Usa sono sempre stati in grado di anticipare le mosse russe. Ora non è più nemmeno sicuro della tenuta «informativa» dell'esercito.

Dopo le proteste del 2011-2012 in Russia e la rivolta antirussa in Ucraina del 2014, Putin ha perso fiducia nel Fsb, dice Soldatov. La facile conquista della Crimea, ad opera delle Forze Armate aveva rafforzato il ruolo del Ministro della Difesa Shoigu, che ieri è ricomparso in pubblico dopo una lunga assenza per una riunione del Consiglio di sicurezza. Ora però a finire sul banco degli accusati per il pasticcio ucraino, sono anche gli uomini in divisa. Sul suo sito, agentura.ru, Soldatov mette in rilievo il ruolo di una direzione del Fsb che appare oggi centrale, il Terzo dipartimento, quello del controspionaggio militare (DVKR), l'ufficio incaricato di sorvegliare la lealtà dell'esercito al Cremlino.

Lamentele e mugugni ci sono, avverte in un'intervista alla Bbc un altro esperto delle forze di sicurezza russe, Mark Galeotti. Per il momento, però appaiono destinati a rimanere tali.

«Negli ultimi 20 anni Putin ha promosso gente intelligente, opportunista e senza scrupoli, ottenendo obbedienza grazie alla distribuzione di ricchezza. È naturale che, visti i tipi, i beneficiati si interroghino su cosa conviene fare oggi. Ma prima di muoversi devono essere sicuri che la loro azione sia decisiva. O rischiano di pagare il fallimento con la vita».

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