Il Viminale sposta i migranti nelle Regioni del Nord. La Lega: "Non c'è spazio"

Sindaci avvisati: il Viminale vuole distribuire gli immigrati in tutte le Regioni. Dalla Liguria alla Lombardia la Lega va sulle barricate: "Difendiamo i confini e aiutiamo famiglie e lavoratori in difficoltà"

Il Viminale sposta i migranti nelle Regioni del Nord. La Lega: "Non c'è spazio"

Il nodo migranti continua ad accendere lo scenario politico. Gli sbarchi sulle coste italiane proseguono senza sosta: nelle ultime settimane si è registrato un notevole incremento di arrivi che rischia di aumentare progressivamente con l'avvicinarsi della stagione estiva. Lo scontro tra i partiti dunque è destinato ad alimentarsi giorno dopo giorno. Intanto dal ministero dell'Interno partono ulteriori avvisi relativi alla distribuzione di immigrati sui diversi territori d'Italia. Ad esempio la Lega ha fatto sapere che sia in Liguria sia in Lombardia ai sindaci è già giunto un avviso chiaro in merito alla gestione del fenomeno migratorio: "Il Viminale ha avvisato i sindaci che venerdì prossimo saranno distribuite sul territorio ligure alcune decine di immigrati irregolarmente sbarcati in Italia negli ultimi giorni".

Le barricate del Carroccio

Ad attaccare per primi il Viminale sono stati il deputato Edoardo Rixi (commissario Lega Liguria) e Matteo Camiciottoli (responsabile enti locali Lega Liguria), che attraverso una nota hanno però messo le mani avanti e anticipato le intenzioni del Carroccio: "Ovunque amministri la Lega non c'è spazio e non ci sono soldi". Dunque per la Lega resta fondamentale la causa dei porti chiusi, garantendo fede ai principi e promettendo battaglia contro la linea aperturista del centrosinistra: "Ogni euro in cassa sarà usato per aiutare famiglie e lavoratori in difficoltà. E dove siamo all'opposizione ci faremo sentire a gran voce. Per la Lega difendere i confini non è un reato, è un dovere".

Anche i sindaci lombardi del Carroccio - per bocca di Fabrizio Cecchetti (coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier) e Giacomo Ghilardi (coordinatore regionale Sindaci Lega della Lombardia) - si sono detti contrari all'arrivo di circa 60 migranti sbarcati nei giorni scorsi in Sicilia: "Non prenderemo nessuno dei 559 immigrati che il Viminale vorrebbe smistare tra le Regioni italiane. Sul territorio abbiamo tante famiglie in difficoltà, tante famiglie rimaste senza lavoro e senza reddito, per cui ogni euro disponibile serve per aiutare la nostra gente".

Le Ong puntano l'Italia

Nel frattempo le Ong non cessano le loro attività in mare. E l'Italia riceve di nuovo altri schiaffi. L'ultimo è arrivato da Malta, che ha respinto la richiesta di un porto sicuro per gli oltre 400 migranti a bordo della Sea Eye 4 e ha invocato la responsabilità con lo Stato di bandiera e il porto di origine di Ratisbona. Invece di far rotta per la Germania, così come ieri aveva chiesto Nicola Molteni, la nave tedesca ha fatto rotta verso il nostro Paese e ora si trova a meno di 20 miglia nautiche dalle acque territoriali italiane, a ridosso della costa siciliana. La posizione del sottosegretario al ministero dell'Interno, in quota Lega, era stata limpida: "Nessuna responsabilità italiana nel coordinamento degli eventi avvenuti in zona Sar di altri paesi. Ci aspettiamo che l'accoglienza dei migranti e lo sbarco da una nave tedesca, di una Ong tedesca, avvenga in Germania, in ottemperanza allo spirito di solidarietà e condivisione Europea".

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, sul proprio profilo Twitter ha espresso l'esigenza di assegnare un porto sicuro alla Sea Eye 4 dopo che l'equipaggio ha salvato oltre 400 persone nel Mar Mediterraneo. E ha annunciato: "Palermo con il suo porto e in tutte le sue articolazioni sociali è pronta ad accogliere. Si attendono le decisioni delle autorità competenti".

Su tutte le furie Matteo Salvini, che ha invece richiamato la Germania alle sue responsabilità chiedendo rigore da parte dell'Italia: "Fatemi capire. Una nave tedesca raccoglie 400 clandestini in acque libiche e maltesi, Malta rifiuta di assegnare un porto e questi si dirigono verso l'Italia. Difendere i confini non è un reato, è un dovere!".

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