Il Viminale stoppa le trovate di Sala. "Basta registrare i figli di coppie gay"

Il prefetto ferma la trascrizione e il sindaco deve adeguarsi

Il Viminale stoppa le trovate di Sala. "Basta registrare i figli di coppie gay"

Stop alla trascrizione all'Anagrafe dei figli nati da «famiglie arcobaleno». Il sindaco di Milano Beppe Sala si adegua alla circolare del prefetto Renato Saccone - che arriva dopo quella diramata dal Ministero dell'Interno alle prefetture italiane lo scorso 19 gennaio - ma ha promesso ai rappresentanti delle coppie omo che ha incontrato ieri pomeriggio a Palazzo Marino che da oggi questa diventerà una sua battaglia politica. Farà pressing sul governo Meloni affinchè venga modificata la normativa (presumibilmente con scarsi risultati). Il primo atto dovrebbe essere una puntata del suo podcast quotidiano «Buongiorno Milano», in onda questa mattina. Sul palco del «Pride 2022» sotto all'Arco della Pace a Milano lo scorso 2 luglio il sindaco aveva lanciato la sfida al Parlamento: «Ho riattivato il riconoscimento dei figli nati in Italia da coppie omogenitoriali. Con grande gioia ho firmato ieri il provvedimento nel mio ufficio con le due mamme e la loro bimba. Una ha coltivato l'ovulo, l'altra l'ha portato in grembo, più certo di così. È un atto di buonsenso». E anche un atto contro la legge. «Il Parlamento doveva legiferare ma non si è mosso, ho deciso fare mia parte». Invece da allora le sentenze hanno rafforzato il divieto. Lo scorso maggio una risoluzione del Parlamento Europeo ha ribadito la condanna della pratica che «può esporre allo sfruttamento le donne di tutto il mondo, in particolare quelle più povere e in situazioni di vulnerabilità» e ha richiesto agli stati membri dell'Unione di «introdurre misure vincolanti volte a contrastare la maternità surrogata, tutelando i diritti delle donne e dei neonati». Il 19 gennaio il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha sollecitato i prefetti «ad assicurare puntuale osservanza degli indirizzi giurisprudenziali espressi dalla Corte di Cassazione» invitando a fare «analoga comunicazione ai sindaci». Che nel frattempo in Italia sono andati in ordine sparso. Il prefetto di Milano Renato Saccone, ha effettuato approfondimenti, interpellando il Viminale, e il 10 marzo ha inviato una circolare ai Comuni precisando che «non è consentita in Italia la registrazione nell'atto di nascita dei bambini nati da coppie dello stesso sesso». É andato oltre il caso della maternità surrogata, lo stop riguarda «anche i bimbi nati all'estero da coppie di due mamme», consentita da sentenze della Cassazione del 2016. «Alla luce del divieto per le coppie dello stesso sesso di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita - si legge nella circolare -, solo il genitore che abbia un legame biologico con il nato può essere menzionale nell'atto che viene formato in Italia». Sala ha spiegato ieri alle famiglie arcobaleno che è costretto ad interrompere entrambi i tipi di iscrizione.

Continueranno solo per i bimbi nati all'estero da due madri, anche se la prefettura si è riservata una valutazione. L'amministrazione ha richiesto un parere all'Avvocatura generale dello Stato. Il consigliere FdI Matteo Forte commenta: «Vince il diritto, Sala lo aveva piegato alle sue battaglie ideologiche».

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