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La vincita milionaria e la guerra in famiglia: la bufala del finto avvocato

La vicenda degli ex coniugi che avrebbero dovuto spartirsi 88 milioni era completamente inventata

La vincita milionaria e la guerra in famiglia: la bufala del finto avvocato
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Una vincita milionaria al superenalotto, una coppia separata e in assetto di guerra, un avvocato fantasma. A vincere il jackpot da 88 milioni di euro con un sei, un 51enne originario di Caserta. Giocata fatta in una tabaccheria in via della Giustiniana a Roma.

Tutto alle spalle della sua ex, una 45enne di Rovigo, estetista, che avrebbe saputo della fortuna capitata all'ex coniuge da un messaggio inviato alla sorella. Lei vuole la metà dei soldi, lui non ci pensa nemmeno. A prendere le difese della poveretta, si fa per dire, un avvocato della capitale, Francesco Di Giovanni, presidente dell'associazione Giustitalia. È la «guerra dei Roses» per il quotidiano romano Il Tempo, prima testata a dare la notizia il 25 marzo. Il legale fa sapere all'uomo che la sua assistita, in alternativa ai 44 milioni, sarebbe disposta a percepire un assegno mensile di 5mila euro. A vita. E qui sarebbe bastato far due conti per capire che qualcosa non quadrava.

Un assegno di 60mila euro l'anno, due milioni e 400mila in 40 anni, augurando alla signora lunga vita, non ha confronti con i 44 milioni chiesti sull'unghia. La notizia esce così com'è, nessuna verifica delle fonti, e si mette in pagina con tanto di foto della rivendita «baciata» dalla dea bendata. Lo scoop passa e tutte le altre testate incassano il colpo. Il giorno stesso nessuno riprende la notizia, comunque appetibile. Il sistema è vecchio: si fanno passare giorni, non troppi, per ridare lo scoop come se niente fosse. La prima a «cascarci» è l'Ansa, l'autorevole agenzia giornalistica che il 28 marzo alle 21, l'orario non è casuale, rilancia il pezzo sulla vincita e della guerra per la spartizione del denaro fra moglie e marito. Separati sì, ma sempre in comunione dei beni, e la donna vuole i suoi 44 milioni.

L'Ansa riprende la vicenda dando merito al quotidiano che l'ha data per primo facendo «bucare» gli altri: «La vicenda - si legge sul lancio di agenzia - , come riporta Il Tempo (). Secondo lo studio legale Francesco Di Giovanni di Roma Stiamo predisponendo un ricorso per separazione giudiziale dei coniugi per chiedere, in relazione a quella super vincita, un mantenimento di cinquemila euro mensili, oppure, in alternativa, una liquidazione, una tantum, di 44 milioni di euro, metà della vincita». Tutto falso.

Il Messaggero, storico concorrente romano de Il Tempo, ci copre un'intera pagina in nazionale, ieri mattina, con tanto di richiamo in prima pagina. Passano poche ore dall'uscita in edicola. È Open a spiegare che la storia puzza di falso. A cominciare dal legale, noto alle cronache come dispensatore di fake news. Un anno fa è l'avvocato Luigi De Rossi, sempre di Giustitalia, a divulgare la notizia del ritrovamento di 161 milioni di lire in buoni postali in una cassapanca a Sondrio e che Bankitalia si rifiuta di convertire perché trascorsi più di 20 anni. Falsa.

Di Giovanni se la prende con il collega De Rossi del foro di Tivoli. Peccato che non esista un De Rossi nell'albo degli avvocati di Tivoli, come non esiste un Francesco Di Giovanni su quello di Roma. Bastava fare una verifica.

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