Un auto-hackeraggio interno, dai "vertici" del Movimento 5 Stelle ad altri parlamenti pentastellati. Sarebbe questa la verità sulle violazioni informatiche ai danni dei parlamentari grillini emersa dal servizio dalla Iena Filippo Rossi.
Si facevano chiamare "gli hacker del PD" e dopo le elezioni del marzo 2013 avevano pubblicato alcune informazioni personali dalle caselle di posta elettronica di diversi parlamentari. Tra le vittime la deputata M5S Giulia Sarti, Alessandro Di Battista e Stefano Vignaroli.
Ora però sembra venire alla luce una nuova verità: secondo quanto scoperto dalle Iene, gli hacker dem in realtà erano dei pentastellati.
Rossi ha infatti raccolto la testimonianza di un anonimo ex parlamentare M5S che ha dichiarato come Stefano Vignaroli gli avesse raccontato che "l'indagine su chi avesse hackerato gli account di cinque parlamentari M5S si fermò quando si accorsero che il lavoro di accesso fu fatto da delle macchine della Camera". Un attacco partito quindi da Montecitorio e, in particolare, da ambienti interni al Movimento.
"Nessuno poi volle andare avanti nella parte di denuncia perché ci si accorse che potesse essere un danno d’immagine un po' per tutti del Movimento".Un auto-hackeraggio interno insomma "per controllare determinate persone".
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