Virus a Roma, chiudono due chiese

Contagiato prete di San Luigi dei Francesi (accanto al Senato). Sconcerto tra i turisti

Virus a Roma, chiudono due chiese

Roma Coronavirus: chiudono san Luigi dei Francesi e sant'Ivo dei Bretoni. Svuotate le acquasantiere di Roma e Parigi. Un prete, Alexandre Comte, 43 anni, è positivo al Covid-19. Il sacerdote, dopo un periodo trascorso nella Capitale, rientra in Francia attraversando l'Italia in auto. A Parigi celebra due messe a Notre-Dame de la Croix, poi accusa i sintomi del virus e viene ricoverato nell'ospedale parigino di Bichat. Paura per migliaia di turisti che hanno visitato la chiesa cinquecentesca a due passi dal Senato, zeppa di capolavori fra i quali tre affreschi di Caravaggio e la copia di un Raffaello di Guido Reni. Stessa storia per i visitatori di Sant'Ivo dei Bretoni, sempre in Campo Marzio. Le due chiese da ieri sono chiuse «fino a nuovo ordine per misura precauzionale» riporta l'agenzia di stampa dei vescovi SIR, Servizio di Informazione Religiosa.

Sul sito ufficiale di Saint Louis des Français si spiega che la chiusura è stata decisa dalla «cellula di guardia» dell'ambasciata di Francia di piazza Farnese. «Un prete della diocesi di Parigi, tornato a metà febbraio, è risultato positivo al Coronavirus Covid-19 questo venerdì 28 febbraio. È stato ricoverato in ospedale dalla scorsa notte e il suo stato di salute è rassicurante - spiega l'arcivescovo Michel Aupetit -. Padre Alexandre Comte ha soggiornato in pensione per alcuni giorni e ha celebrato solo due messe nella sua parrocchia parigina». Quanto basta per chiudere le chiese romane e la parrocchia di Notre-Dame de la Croix. Monsignor Aupetit chiede ai sacerdoti di essere prudenti. A cominciare dall'ostia per la comunione: «Dare il sacramento nelle mani e non direttamente in bocca. Non usare il calice, vietato scambiarsi il segno di pace durante la messa. Divieto assoluto di immergere la mano nelle acquasantiere». Tanto da invitare diaconi e sacrestani a svuotarle dell'acqua benedetta. La diocesi di Parigi rassicura i fedeli: «Padre Alexandre sta bene, è ricoverato in ospedale per precauzione e rimarrà in isolamento 10 giorni. Gli altri sacerdoti della parrocchia di Notre-Dame de la Croix non hanno sintomi ma rimarranno anche loro in isolamento».

Ma c'è chi, in netta polemica con la Regione Lombardia, invita a dire Messa senza fare allarmismo. «Rifletteteci e usate buon senso, da domenica 1 marzo date il via libera alle Messe e a tutto il resto» scrive don Giorgio De Capitani, il prete di Lecco denunciato per diffamazione dal leader della Lega Matteo Salvini. Don Giorgio si rivolge a monsignor Franco Agnesi, vicario generale della Diocesi di Milano, dopo la decisione di sospendere le celebrazioni religiose a causa del Coronavirus. Il prete, che invoca «vita normale», spiega: «Inizia la Quaresima e la gente ha bisogno di serenità, non di vivere nel panico. La Chiesa sta contribuendo a creare terrore tra la gente, collaborando con disposizioni scriteriate, paradossali e grottesche».

«Domani - conclude - sarete costretti a chiedere scusa. Invece di sospendere Messe, incontri formativi e nutrienti lo spirito, fate sospendere cene, pranzi e divertimenti comunitari, la caratteristica più oscena degli avventi e delle quaresime».

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