I recenti casi di violenza sulle donne, eclatanti e dolorosi nella loro brutalità ed efferatezza, bruciano sulla coscienza della pubblica opinione. I dati del 2022, d'altra parte, fotografano in maniera chiara la gravità della situazione: lo scorso anno sono state 122 le donne rimaste uccise, di cui 100 in ambito familiare-affettivo. Di queste, 59 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner.
Di fronte a uno scenario di questo tipo ieri il governo ha deciso di lanciare un segnale, portando in Consiglio dei ministri un disegno di legge contro la violenza sulle donne. Nuove misure per fermare la «scia di sangue», per usare parole del ministro per la Famiglia Eugenia Roccella, e provare a invertire la rotta, cercando di fare in modo che l'omicidio di Giulia Tramontano non sia avvenuto invano, con provvedimenti «estremamente severi», come sottolinea il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
Questa messa a punto del codice rosso (la legge del 2019 a tutela delle donne e dei soggetti deboli) punta a rendere l'applicazione delle norme più puntuali e cogenti. Con le nuove misure «vogliamo agire sulla prevenzione, interrompere il ciclo della violenza, cercando di agire tempestivamente ed efficacemente» spiega Roccella «anche perché abbiamo avuto alcune condanne da parte della Corte dei diritti dell'uomo proprio sul ritardo con cui sono state messe in campo le misure cautelari a tutela delle possibili vittime».
Dal governo attenzione anche alla formazione: «Abbiamo stabilito che il magistrato debba essere specializzato, cioè ci siano sempre gli stessi magistrati a cui affidare i processi» che si occupino in maniera continua di violenza sulle donne. Questo complesso di norme non è nato sull'onda dell'indignazione ma viene da lontano. «Questo provvedimento arriva in giorni in cui sono accaduti gli ultimi femminicidi, che hanno colpito l'opinione pubblica, che hanno commosso e sconvolto tutti noi. Il provvedimento però era in cantiere già da tempo».
La stretta normativa però non può bastare. «È chiaro che noi con questa legge interveniamo su alcuni punti critici con una notevole forza, ma certamente tutto questo non basta se non viene accompagnato anche da una campagna, da un cambiamento culturale, perché è essenzialmente una questione culturale. Pensiamo anche all'ultimo terribile caso di Giulia Tramontano, in cui nessuna legge avrebbe potuto salvarla» continua Eugenia Roccella. «Le misure che stiamo prendendo è necessario accompagnarle con qualcosa di più - ribadisce -, dobbiamo mettere in campo delle azioni che favoriscano una presa di coscienza, in particolare per le nuove generazioni, sulla gravità della violenza contro le donne, su questo fenomeno che non accenna a diminuire».
Una linea condivisa da Carlo Nordio. «Siamo intervenuti con una legge complessa e articolata ma è solo con una operazione culturale che si possono ridurre, se non eliminare, reati così odiosi». E mentre si muove anche Elly Schlein che oggi nella sede del Pd di Sant'Andrea delle Fratte presenterà le proposte del Pd contro la violenza di genere, sullo sfondo tiene banco la proposta del presidente del Senato Ignazio La Russa di una manifestazione di soli uomini per protestare contro la violenza sulle donne. «L'idea è quella di una manifestazione di soli uomini, magari con i figli per mano. Può smuovere le acque, a patto che sia corale, o di tutti o di nessuno» spiega il presidente del Senato.
«È un'ottima proposta» dice Eugenia Roccella «e una bellissima idea. Perché la violenza sulle donne è la violenza degli uomini sulle donne. Mi sembra importante che, invece di fare manifestazioni noi, comincino a farle gli uomini». E da Terni, dal neo-sindaco Stefano Bandecchi, arriva una prima e immediata apertura.
«Aderiamo all'appello del presidente del Senato, Ignazio La Russa di organizzare una manifestazione maschile contro i femminicidi. Io dico: venga fatta in ogni Regione e candido Terni in rappresentanza di tutta l'Umbria».
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