Volevano Rocca all'Onu. Ora si candida nel Lazio e lo mettono in croce

Il governo Draghi lo propose alle Emergenze. Da avversario di Pd e 5S "impresentabile"

Volevano Rocca all'Onu. Ora si candida nel Lazio e lo mettono in croce

Roma. Titoli roboanti, decine di articoli sulla sua vita privata e, ora, persino interpellanze parlamentari urgenti. Mai come in questo caso «sparare sulla Croce Rossa» più che un modo di dire è diventata un'azione politica che il Pd e la stampa di sinistra stanno portando avanti nei confronti di Francesco Rocca.

«Francesco Rocca, dalla condanna per spaccio di eroina alla candidatura per la Regione Lazio», ha tuonato Repubblica dopo che il centrodestra aveva ufficializzato l'accordo attorno all'ormai ex presidente della Croce Rossa Internazionale e della Mezzaluna Rossa. E, poi, giorni dopo, il giornale diretto da Maurizio Molinari si è spinto ben oltre con un articolo intitolato: «La rete di Rocca tra gli amici Nar e i soci d'affari Storace e Angelucci». Non era stato tenero neppure La Notizia, quotidiano storicamente vicino ai Cinquestelle, che aveva sentenziato: «La destra candida un ex pusher nel Lazio». Oggi, invece, alla Camera, il gruppo del Pd presenterà un'interpellanza urgente sulla gestione della Croce Rossa Italiana riguardante «casi delle cattive gestioni di alcune sedi locali e, in particolare, di quella di Frosinone il cui commissariamento si sottolinea nella nota - è stato voluto dall'ex presidente nazionale della Cri, Francesco Rocca, oggi candidato del centrodestra a presidente della Regione Lazio».

Eppure, fino a poco tempo fa, Rocca, unico italiano a ricoprire la carica di presidente della Croce Rossa Internazionale e il primo in assoluto a essere rieletto per un secondo mandato, veniva osannato dal centrosinistra. Mai una critica nei suoi confronti, anzi l'apprezzamento era tale che il governo presieduto da Mario Draghi, dentro il quale sia il Pd sia il M5S erano ampiamente rappresentati, lo aveva candidato per la carica di Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e coordinatore dei soccorsi di emergenza. Il Giornale è, infatti, venuto in possesso di un documento riservato, datato 23 marzo 2021, indirizzato al segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, in cui si sponsorizzava apertamente la candidatura di Rocca per quel ruolo. «Il Sig. Rocca ha una notevole esperienza professionale nel campo della risposta alle emergenze in crisi umanitarie, preparazione alle catastrofi, promozione del diritto umanitario internazionale, salute e assistenza, sia a livello nazionale che internazionale, il che lo rende un candidato particolarmente qualificato per questa posizione», si legge nella missiva firmata dall'allora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Nella lettera si precisa, inoltre, che Rocca, per il suo curriculum vitae, è la persona più indicata. «Nello scenario attuale, caratterizzato dall'aumento dei bisogni umanitari e dei fabbisogni finanziari, le capacità personali e professionali del Sig. Rocca garantiranno una guida forte e capace dell'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA)», puntualizzava l'allora titolare della Farnesina.

E anche il tenore della frase conclusiva era alquanto pressante: «Tenendo anche conto del significativo contributo finanziario dell'Italia alle Nazioni Unite e del suo crescente impegno per i fondi comuni gestiti dall'OCHA, auspico chiosava Di Maio - che questa solida candidatura riceva la giusta attenzione». Oggi, invece, Francesco Rocca, per il centrosinistra, è diventato improvvisamente «l'uomo nero» da combattere a tutti i costi e con tutti i mezzi possibili.

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