Von der Leyen sprona l'Italia e apre al "price cap" sul gas

La presidente Ue: "L'impatto del Pnrr è ben visibile". La Ragioneria dello Stato: "Check entro il 23 dicembre"

Von der Leyen sprona l'Italia e apre al "price cap" sul gas

Parla in inglese, poi vira verso l'italiano: «Caro Mario», sorride luminosa Ursula von der Leyen rivolgendosi a Mario Monti, festeggiato speciale nell'aula magna della Bocconi che spegne le 120 candeline. C'è un clima disteso, a poche ore dalla Prima della Scala, affollata come non mai di autorità, e la presidente della Commissione soffia sull'ottimismo: «L'impatto del Pnrr è ben visibile in Italia».

Nel nostro Paese è tutto un carosello di polemiche sui ritardi rispetto alle consegne dell'Europa, sugli obiettivi da centrare e sulle colpe, presunte, del governo Draghi, ma von der Leyen vede il bicchiere mezzo pieno e lo afferma davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all'ex premier Giuliano Amato, che prende la parola poco prima di lei, a un giornalista di razza come Ferruccio de Bortoli, a una moltitudine di politici, accademici e imprenditori. «Il fondo NextGenerationEu da 800 miliardi prevede di dare impulso e modernizzare l'economia europea e con l'Italia forma un connubio perfetto. L'Italia - aggiunge la presidente - sta ricevendo 190 miliardi per gli investimenti e le riforme, ne ha già ricevuti quasi 67 e il loro impatto sta cominciando ad essere ben visibile».

Insomma, le cose non vanno così male come potrebbe sembrare e a Roma si allineano, lanciando lo sprint di fine anno: la Ragioneria generale dello Stato sollecita le amministrazioni a comunicare lo stato di attuazione degli obiettivi entro il 23 dicembre. Avanti, di corsa.

Anche sul fronte difficile dell'energia, la Presidente è prodiga di complimenti che piovono fra applausi e sulle facce cariche di orgoglio. «L'Italia - spiega lei - è uno dei Paesi più colpiti dal ricatto russo sul gas ed è un esempio perfetto della capacità di gestire e compensare» la politica dei rubinetti chiusi adottata con cinismo da Putin. La Russia ha tagliato le esportazioni via gasdotto dell'80 per cento negli ultimi otto mesi, «l'Italia - racconta lei ammirata - ha ridotto le quote dalla Russia facendole scendere dal 40 al 10 per cento, grazie ad uno sforzo impressionante per diversificare gli approvvigionamenti».

Chapeau. Anche se c'è ancora molto da fare: «Abbiamo lavorato per abbattere i prezzi e abbiamo creato un contributo di solidarietà sugli extra profitti delle compagnie energetiche che genererà quasi 4 miliardi di reddito qui in Italia nel 2023, per sostenere le famiglie fragili e le imprese».

Siamo al punto più infiammato e per certi versi drammatico del dibattito sulla crisi: il price cap che suscita diffidenza se non ostilità proprio in Germania. La strada però è segnata ed è quella indicata da Mario Draghi e dall'Italia: «Abbiamo proposto il cosiddetto price cap e l'Italia lo ha chiesto fin da subito. Questo meccanismo - osserva von der Leyen - ci permetterà di prevenire i rialzi eccessivi di prezzo, tagliando la manipolazione e la speculazione».

Col tempo, par di capire, il price cap ha guadagnato consensi e comincia ad essere accettato anche dove era stato accolto come un intruso. «Ora - è la conclusione - gli Stati membri stanno discutendo su come adattarlo all'Europa».

Il discorso della massima autorità europea si trasforma dunque in un'iniezione di fiducia e lei può passare di nuovo alla lingua di

Dante: «Oggi l'Italia è più europea e c'è più Italia in Europa. Grazie Mario» che ricambia battendole le mani. Apprezzano tutti: il presidente Mattarella e gli studenti che portano alla Bocconi gli accenti di tutto il mondo.

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