Non si fermano i movimenti nella destra europea a poche ore da lunedì 8 luglio in cui è fissata la scadenza per presentare gli ultimi gruppi che si andranno a comporre al parlamento europeo. Ieri con un colpo di scena gli spagnoli di Vox hanno annunciato la loro adesione al gruppo dei Patrioti lanciato la scorsa settimana dal premier ungherese Viktor Orbàn. Sebbene Vox abbia da sempre sostenuto la creazione di un grande gruppo sovranista europeo, le tempistiche e le modalità con cui ha annunciato l'adesione al progetto sorprendono. Proprio questa settimana infatti la delegazione degli europarlamentari spagnoli aveva partecipato alla riunione costitutiva del gruppo dei conservatori dell'Ecr (di cui faceva parte già nella scorsa legislatura) in Sicilia e mercoledì il parlamentare europeo Hermann Tertsch era stato nominato vicepresidente del gruppo. Dopo l'accordo trovato tra FdI e i polacchi del Pis sembrava perciò definita la struttura dell'Ecr con 84 europarlamentari che ora scendono a 78 tolti i sei rappresentanti di Vox.
Ad oggi l'Ecr rimane il terzo gruppo (seguito da Renew con 76 seggi) ma occorrerà aspettare fino a lunedì per capire la reale consistenza del gruppo sovranista che, in caso di un'adesione dei trenta europarlamentari del Rassemblement National e di altre piccole delegazioni, potrebbe superare l'Ecr anche se di pochi seggi. Lo stato dell'arte è rappresentato da Fidesz (Ungheria, 10 eurodeputati), Fpoe (Austria, 6), Ano 2011 (Cechia, 7), Lega (Italia, 8), Vox (Spagna, 6), Chega (Portogallo, 2), Pvv (Olanda, 6).
Il leader di Vox Santiago Abascal ha spiegato le motivazioni della sua decisione affermando che: «l'impegno» di Vox è sempre stato quello di «mettere insieme il maggior numero di forze patriottiche e sovraniste possibile» e ciò avverrà «anche nella nuova legislatura». Abascal ha poi precisato che «con la Meloni resterà una relazione bilaterale strettissima» mantenendo un «rapporto speciale» con Fdi e con i polacchi del Pis.
Commentando la decisione di Vox Nicola Procaccini, neo eletto co-presidente del gruppo Ecr, ha affermato «saluto i colleghi di Vox con cui abbiamo condiviso cinque anni di appassionate battaglie politiche tra Bruxelles e Strasburgo. Anche se apparterremo a gruppi parlamentari diversi, sono certo che ci ritroveremo spesso fianco a fianco anche nel corso della prossima legislatura. L'Ecr è una forza politica intenzionata a cambiare l'Unione Europea, riportandola alle sue origini, percorreremo questa strada senza indugi e senza limitarci alla mera testimonianza».
Dalla Lega, che lunedì potrebbe aderire formalmente al gruppo sovranista, si accoglie positivamente l'adesione di Vox ai patrioti definendolo un «segnale importantissimo» e spiegando che «cresce il fronte del cambiamento in Europa, determinato a dire no alla Von der Leyen e ai socialisti». Il leader di Forza Italia Antonio Tajani ha invece bocciato il progetto dei Patrioti europei: «è un gruppo ininfluente perché nessuno vuole poi discutere con loro, ancora non è neanche ufficialmente formato».
Oltre a vari punti in comune ci sono però alcune importanti differenze tra i due gruppi della destra europea (che potrebbero diventare tre se i tedeschi di Afd riusciranno in
extremis a costruire un gruppo) a partire dalla politica estera. L'Ecr, fondato dai conservatori inglesi, mantiene infatti un collocamento più atlantista mentre il gruppo dei patrioti ha al suo interno posizioni più eterogenee.
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