Wagner, il disertore arrestato in Norvegia. L'80% dei detenuti reclutati è morto o disperso

Il giovane non rischia di essere deportato in Russia. I dati choc della ong

Wagner, il disertore arrestato in Norvegia. L'80% dei detenuti reclutati è morto o disperso

Aveva denunciato i crimini commessi del gruppo paramilitare Wagner in Ucraina per conto della Russia e aveva chiesto asilo politico. È stato invece arrestato dalla polizia norvegese in base alla legge sull'immigrazione. È la sorta toccata ad Andrei Medvedev, 26 anni, a pochi giorni dalla sua denuncia. In realtà, le ragioni esatte del suo arresto non sono state specificate, ma l'avvocato del giovane, Brynjulf Risnes, ha dichiarato che è stato arrestato perché si è rifiutato di rispettare tutte le regole di sicurezza che gli sono state imposte. «Per lui è difficile rispettarle», ha aggiunto il legale. «Ma non c'è rischio che venga espulso», ha concluso.

Medvedev aveva attraversato il confine russo-norvegese nell'estremo nord nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, chiedendo asilo nel paese scandinavo, dicendosi pronto a «parlare della sua esperienza nel gruppo Wagner alle persone che indagano sui crimini di guerra». Aveva raccontato di aver combattuto in Ucraina per la Wagner per quattro mesi prima di disertare a novembre, quando l'organizzazione paramilitare guidata da Yevgeny Prigozhin avrebbe prolungato il suo contratto contro la sua volontà. Testimone potenzialmente prezioso per far luce sulla brutalità del gruppo paramilitare in Ucraina, è stato torchiato dalle autorità norvegesi sin dal suo arrivo nel Paese, in una località non rivelata e sotto stretta sorveglianza. «È stato arrestato in base alla legge sull'immigrazione e si sta valutando la possibilità di internarlo», ha dichiarato all'Afp Jon Andreas Johansen, funzionario di polizia responsabile degli affari dell'immigrazione, in una e-mail.

Rimangono molti interrogativi sulla figura di Andrei Medvedev, sul suo passato e sulle circostanze della sua fuga. Molti esperti ritengono che l'ex mercenario non avrebbe potuto attraversare il confine altamente sorvegliato senza assistenza. Luiafferma di aver attraversato a piedi il Pasvik, il fiume ghiacciato che segna il confine tra Russia e Norvegia, dopo essere stato inseguito dalle guardie russe con i cani. La squadra criminale della polizia norvegese (Kripos), che partecipa all'indagine internazionale sui crimini di guerra in Ucraina, ha iniziato a interrogarlo sabato scorso.

Intanto nelle scorse ore è arrivato il primo bilancio sulle perdite del gruppo, diffuso dalla direttrice di Russia dietro le sbarre, una ong che lavora per i diritti dei detenuti. Dei 50mila detenuti reclutati dalla Wagner nelle carceri russe e inviati al fronte in Ucraina l'80 per cento, vale a dire 40mila di loro, sono o morti o dispersi. Sono solo 10mila i detenuti che ancora combattono come mercenari, ha reso noto Olga Romanova. A fine dicembre, i detenuti reclutati erano 42.43mila. Ora la cifra è probabilmente salita a 50mila. Diecimila stanno combattendo, gli altri sono stati uccisi o feriti, hanno disertato - un problema enorme dallo scorso autunno - o si sono consegnati agli ucraini.

Molti disertori ritornano in Russia armati. Uno di loro lo scorso dicembre ha aperto il fuoco contro la polizia a Rostov. Per mascherare il problema, Wagner invia bare vuote ai familiari di mercenari che in realtà non sono mai morti.

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