Walz, ombre cinesi. Trump: è comunista

A Pechino anni di lavoro, luna di miele e viaggi per il vice Harris. I Maga: "Una spia"

Walz, ombre cinesi. Trump: è comunista
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Kamala Harris e Tim Walz galvanizzano il popolo democratico della Pennsylvania, che gli riserva un'accoglienza entusiasta. Prima di partire per i comizi in Michigan e Wisconsin, nel Midwest, la vice presidente e il governatore del Minnesota presentano a Philadelphia un'America che garantisce diritti ed eguali opportunità a tutti, il cui perno è una classe media forte e produttiva, ma che guarda alle categorie più in difficoltà. «Grazie per aver riportato la gioia», dice Walz a Harris scatenando un'ovazione. Una frase semplice che fa impazzire la sala per la schiettezza e sincerità che trasmette. Se il programma delineato dalla candidata dem non è molto distante da quello di Joe Biden, infatti, è innegabile che l'energia e le forze in campo sono completamente cambiate dopo il ritiro dell'81enne presidente.

E mentre un sondaggio di Npr dà per la prima volta in vantaggio a livello nazionale Harris su Donald Trump per 51% contro 48%, da destra partono duri attacchi contro la nuova coppia. Harris e Walz «vogliono che l'America diventi comunista immediatamente, se non prima», afferma il tycoon in un'intervista a Fox News, dicendosi «elettrizzato» dal fatto che i dem abbiano scelto un progressista per completare il ticket presidenziale. Nel mirino dei trumpiani finisce subito il rapporto del governatore con la Cina per il suo anno di insegnamento a Guangdong. Alcuni sostenitori Maga sono arrivati a definirlo una «spia dei cinesi», e il conduttore di Fox News Jesse Watters sottolinea: «Walz ha trascorso la luna di miele in Cina. È stato adescato dai cinesi. Se fossi nell'Fbi farei un controllo dei precedenti solo per sicurezza». Mentre il Pac Make America Great Again, che supporta l'ex presidente e il senatore dell'Ohio JD Vance, pubblica sui social media un video di Walz che dice: «Non rientro nella categoria per cui la Cina deve necessariamente essere una relazione conflittuale, sono totalmente in disaccordo». «La Cina comunista è molto contenta che Harris abbia scelto lui. Nessuno è più pro-Cina del marxista Walz», scrive da parte sua Richard Grenell, ex ambasciatore degli Usa in Germania e direttore ad interim della National Intelligence durante l'amministrazione Trump.

Di certo non è un segreto che il Dragone occupi per il neo candidato vice presidente un posto speciale: Walz parla un po' di mandarino, e si è recato nel paese asiatico circa 30 volte, incluso per la luna di miele. Lui stesso ha descritto la decisione di insegnare in una scuola superiore in Cina appena laureato, nel 1989, come «una delle migliori cose che abbia mai fatto». Tuttavia, non manca chi vede questa sua esperienza come un vantaggio. «Vuol dire che ne sa molto, ed è fantastico», chiosa l'ex direttore della Cia e dell'Nsa Michael Hayden, che ha lavorato sotto amministrazioni democratiche e repubblicane, in risposta alle osservazioni sul rapporto di Walz con il Dragone. La rivista Time, invece, ricorda che pur parlando con affetto del periodo in Cina, durante la sua carriera politica il governatore ha condannato pubblicamente la situazione dei diritti umani nel paese, e ha sostenuto le risoluzioni della Camera che esprimevano preoccupazione su questioni che andavano dalle persecuzioni politiche al presunto prelievo di organi.

Intanto, dall'altra parte del mondo, gli utenti dei social media cinesi parlano del suo anno da insegnante nella provincia sud-orientale del Guangdong, e l'argomento è diventato virale su Weibo con 12 milioni di visualizzazioni.

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