Dormiamo vicino a una polveriera e fingiamo di ignorarlo. Per dirla con le parole per la verità un tantino drammatiche di Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell'Ufficio del Presidente ucraino, l'Europa ha visto «la mattina di oggi (ieri, ndr) solo perché la centrale nucleare di Zaporizhzhia miracolosamente non è esplosa ieri (venerdì, ndr). La Federazione Russa se ne è impadronita e vi sta inscenando pericolose provocazioni».
Podolyak chiede che l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e l'Onu pretendano da Mosca che affidi la centrale al controllo di una commissione speciale. Passo indietro che certamente gli uomini di Vladimir Putin non hanno nessuna intenzione di concedere. Ieri si è sentita la voce dell'Ue, che ha parlato di «violazione grave e irresponsabile delle regole di sicurezza nucleare e un altro esempio del disprezzo della Russia per le norme internazionali», come recita un tweet dell'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
La situazione è disperata ma non seria. Quella di Zaporizhzhia, città nel Sud-Est dell'Ucraina sulle rive del fiume Dnieper, è la più grande centrale nucleare d'Europa e i russi sembra si divertano a giocare con il fuoco, bombardando quasi quotidianamente obiettivi vicini alla centrale, che continua a produrre energia elettrica e dove lavora ancora il personale ucraino. Una strategia certo non casuale, che serve a tenere l'Europa con il fiato sospeso. Ieri l'armata russa ha reso noto di avere distrutto un deposito di carburante dell'esercito ucraino zeppo di 50mila tonnellate di gasolio vicino a Zaporizhzhia. Venerdì altre bombe avevano colpito il territorio della stessa centrale, provocando il danneggiamento di due linee elettriche e originando un rimpallo di responsabilità tra russi e ucraini.
Una situazione estremamente pericolosa, come tenere acceso un fiammifero vicino a un bidone pieno di benzina. La società ucraina per l'energia atomica Energoatom riferisce che «uno dei reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, sotto il controllo delle forze russe, è stato spento» in seguito al bombardamento di venerdì che «ha causato un grave rischio per il funzionamento sicuro dell'impianto» e ha provocato l'attivazione del «sistema di protezione di emergenza su uno dei tre reattori funzionanti». Energoatom ha spiegato che il bombardamento ha «gravemente danneggiato» una stazione di azoto e ossigeno e un «edificio ausiliario» e «c'è ancora un rischio di fuoriuscita di idrogeno e di sostanze radioattive, e anche il rischio di incendio è elevato». Lo scenario è reso apocalittico dal fatto che «è quasi impossibile nelle condizioni attuali attuare i nostri piani di evacuazione perché tutti i rifugi nel territorio della centrale sono occupati dall'esercito russo»,- fa notare il capo dell'amministrazione militare regionale Oleksandr Starukh.
E mentre le bombe russe hanno colpito ieri i distretti di Nikopol (tre feriti), Kryvyi Rih, Mykolaiv (due feriti gravi) e Kostyantynivka nel Donbass (due feriti), Mosca recluta nuova carne da cannone: il giornalista russo Sasha Kots, ripreso da Ukrinform, parla di un nuovo battaglione, denominato Samara, che si unirà al terzo Corpo d'Armata delle forze armate russe in Ucraina. Il nuovo battaglione sarà composto da 15.500 uomini senza precedenti esperienze militari e di età compresa tra i 18 e i 50 anni, ed avrà sede a Mulino, nella regione di Nizhny Novgorod.
Le forze armate ucraine
riceveranno domani il nuovo pacchetto di aiuti americane per un valore di un miliardo di dollari. Ci saranno anche inquanta blindati M113 che serviranno a soccorrere i feriti, uno dei servizi più problematici sul fronte ucraino.
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