Zelensky cambia staff e pressa gli Usa

Cadono altre teste tra gli uomini del presidente che si appella a Washington: "Basta perdere tempo"

Zelensky cambia staff e pressa gli Usa
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Ci sono consiglieri per i tempi di pace, e consiglieri per i tempi di guerra. La frase è di don Vito Corleone nel libro di Mario Puzo Il Padrino. Con ritardo, Zelensky sembra essere arrivato alla medesima conclusione per tentare di invertire la rotta di un conflitto che continua a sorride a Mosca. Ieri il presidente ucraino ha liquidato Serhiy Shefir, suo manager fin dai tempi in cui era una stella dello spettacolo. Shefir ha pilotato e condiviso i successi elettorali e politici, ma soprattutto è stato l'architetto di importanti mediazioni. Suo il merito di aver ricucito il rapporto tra lo stesso Zelensky e l'oligarca Rinat Akhmetov, diventato finanziatore dell'esercito dopo che negli anni precedenti era stato accusato di voler organizzare un golpe filo-russo. Shefir verrà rimpiazzato da un militare, il nome più accreditato è quello del colonnello Serhii Lupanchuk. Ieri sono stati licenziati altri sette elementi dello staff, tra i quali i vice capi dell'ufficio presidenziale Smirnov e Dniprov. Martedì Zelensky aveva dato il benservito al segretario del Consiglio di sicurezza Danilov, altro pezzo da novanta messo alla porta dopo il capo delle forze armate Zaluzhny, nominati ambasciatori in Moldavia e Gran Bretagna.

Quello degli ultimi giorni è uno Zelensky iper-attivo, sia sul fronte interno, così come nei rapporti con gli alleati. Ha invitato ancora una volta il Congresso degli Stati Uniti ad approvare al più presto finanziamenti aggiuntivi per aiutare l'Ucraina, spiegando che dal sostegno dipendono le capacità di Kiev sul campo. «A causa delle controversie al Congresso abbiamo sprecato sei mesi - racconta al Washington Post - non possiamo perdere altro tempo. L'Ucraina non può essere una questione politica tra partiti. Chi critica non comprende la posta in gioco in una guerra su vasta scala, perché se l'Ucraina cade, Putin dividerà il mondo in amici e nemici della Russia». L'intervista è stata preceduta da una telefonata tra il ministro della Difesa ucraino Umerov e il segretario alla Difesa Usa Austin, dove Kiev chiede una fornitura di nuovi sistemi di difesa aerea, e missili Atacms per colpire aeroporti e aerei in Crimea. Nell'attesa, l'Ucraina starebbe costruendo armamenti finti da usare come esca, creando falsi obiettivi per i raid russi.

Sul campo di battaglia, nel 766º giorno, le forze di Mosca continuano ad avanzare a Ovest di Avdiivka, consolidando il controllo su Tonenkoye, Orlovka e Berdychi. La Russia prosegue gli attacchi in diversi altri punti del fronte, ma nelle ultime settimane ha conseguito progressi limitati, pur utilizzando sistemi ipersonici Zircon e Kinzhal. È probabile che il Cremlino stia reclutando 30mila uomini al mese per assorbire le perdite e logorare le forze ucraine. Gli strateghi di Kiev si stanno invece impegnando a rafforzare le proprie difese lungo la linea del fronte: a Zaporizhzhia e Sumy sono stati installati 11mila denti di drago, a Dnipro scavati 42 km di fossati anticarro. A Krasnohorivka (Donetsk) 2 civili sono morti sotto colpi di artiglieria, altri 2 per un missile a Bila Cerkva (Kiev).

Gli ucraini hanno attaccato Belgorod (evacuati 5mila minori), Kursk e Bryansk, lasciando diverse località senza luce. I russi hanno bombardato Kherson e Mykolaiv con missili balistici e caccia Su-34. Allarme aereo su Kiev nella notte. A Shabelny, Pishchany e Degtyarny (nel Karkhiv), svetta il drappo ucraino.

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