Nello spazio di appena 25 chilometri, quelli della direttrice Sumy-Kursk, si stanno decidendo le sorti di buona parte del conflitto. La pressione ucraina nella regione russa è direttamente proporzionale agli assalti di Mosca appena oltre il confine. In una sorta di infernale ping pong, senza al momento vincitori o vinti, Putin accusa Kiev di voler attaccare la centrale nucleare di Kurcatov (Kursk). Gli ucraini parlano di «propaganda reiterata e sterile», ma il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, si recherà di persona a controllare lo stato delle cose. «Sono preoccupato - spiega - la centrale non ha una cupola protettiva, il che significa che il nucleo del reattore è esposto ad attacchi di missili e artiglieria».
La situazione continua a essere critica anche nel Sumy, dove ieri Zelensky si è recato in visita accompagnato dal comandante delle truppe Syrsky. Il presidente ucraino ha riferito di essere stato informato sulle misure adottate per rafforzare la difesa nell'area, da dove però, complici i quotidiani bombardamenti russi, stanno per essere evacuati almeno 150mila civili. Zelensky ha ammesso le difficoltà dell'esercito nel Donetsk. Ieri i soldati di Mosca hanno preso il controllo di Mezhove, un centro abitato a 20 km da Pokrovsk. Il presidente ucraino ha annunciato la conquista di un nuovo villaggio nel Kursk, dove a ritmo incalzante vengono costruiti bunker e rifugi, e ribadito che «la grande incursione fa parte di uno sforzo per porre fine alla guerra di 30 mesi alle nostre condizioni». Tutto questo mentre il ministero degli Esteri di Mosca rivela di disporre di «prove certe» sulle esecuzioni di civili e altri crimini commessi da Kiev nel Kursk e riferirà all'Onu.
La pressione russa si sta allentando a Kharkiv, almeno dalle notizie pubblicate dalla terza Brigata d'assalto che ha trasmesso in rete il video di un'offensiva in pieno svolgimento, girato da una zona non meglio precisata (potrebbe essere Makiivka) della regione. Due i chilometri riconquistati.
Nel 911esimo giorno di scontri Mosca ha fatto sapere che è affondato il traghetto con 50 serbatoi di carburante colpito in un bombardamento ucraino nel porto di Kavkaz (Krasnodar). I russi hanno bombardato la città di Bohodukhiv (Kharkiv), provocando due vittime. L'Ucraina ha condotto un attacco con un drone contro l'aeroporto militare russo di Marinovka (Volgograd), colpendo un sito di stoccaggio di carburante e di bombe a caduta. I piloti ucraini hanno colpito altri due ponti nel Kursk. A Proletarsk, nel Rostov, si tenta da sei giorni di spegnere l'incendio nel deposito petrolifero di Rosrezerv, scoppiato per un attacco di droni di Kiev. La procura della città tedesca di Flensburg ha avviato un'indagine dopo che droni russi sono stati avvistati sulla zona industriale, dove si trovano impianti petroliferi e chimici, un terminale di gas naturale e una centrale nucleare dismessa.
Sul fronte diplomatico spicca il colloquio tra il cardinal Zuppi e il rappresentante cinese per gli affari
esteri Li Hui. L'alto prelato, intervistato da ilsussidiario.net, ha riferito che l'interlocuzione «procede a tutto campo, perché Papa Francesco non si arrende alla logica della guerra o a considerarla come fosse ineluttabile».
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